ultimo aggiornamento: 20/11 14.20
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CORSIVO
GIUDIZIO

 
 
 

Bel dibattito. In calce consiglio agli ottimi risponditori di rileggere i miei scritti e di controllare sul dizionario le parole arrogante e spocchioso. Non bosogna usare i termini a soproposito. Detto questo penso, all'unisono col DIO DEL SESSO (che addirittura ormai si autofirma così), che la critica, se supportata da argomentazioni, sia sempre una ricchezza e non un difetto: quella mia nei confronti dell'Europa, quella di chi replica nei miei confronti.
Ma torniamo alle cose serie. Proprio domenica sera la pluralissima Rete 4 trasmetteva un film di culto, fondamentale per le sorti e la crescita della mia generazione. Titolo: "Indiana Jones e il Tempio Maledetto". Ebbene, dopo anni, tale film suscita ancora, in me e in tutti gli amanti della pallavolo, credo, incredulità, stupore, ma gioia immensa ed incredibile riconoscenza verso Steven Spielberg che sì meravigliosamente ha riprodotto sullo schermo una delle realtà più scottanti della pallavolo minore modenese. La realtà della Dea Kalì.
Una breve introduzione storica della Dea Nera che è realtà per qualsiasi pallavolista modenese, dai minori, che ci devono giocare contro, ai maggiori che ne sono procurati (anche le donne, procurate dal padre Kalìmah!).
Riporto:
la dea Kalì è conosciuta come dea della distruzione e della morte. Ha la forma di una NERA orchessa, con quattro braccia gocciolanti di sangue. Completano meglio la sua immagine una collana di teschi umani e un nutrito numero di serpenti che la circondano. Va ricordato inoltre che è la sposa del dio Shiva. Il culto di questa dea è ancora praticato nel Bengala, dove i suoi seguaci, i Thugs, le sacrificarono molto spesso vite umane, una pratica che, seppure oggi vietata, viene svolta in segreto.
Come non riconoscere, nella descrizione della mortale Dea, il ritratto sputato del nostro caro amico Calimero, che, da dolce pulcino nero si è trasformato, negli anni, in Dea sanguinaria e cannibale, pronta ad ingurgitare qualsiasi avversario, ammazzando i campionati di serie C degli ultimi anni non per conclamata superiorità tecnico-tattica, ma per voracità assassina dei suoi seguaci (Di Riffa e Di Raffa Zoboli, Pino Barbolini, Silicone Saratoga Nelle Mani Ciaccia, El Zucador Zuccarini, Picchia Poli e, da ultimo, Ernesto Guevara Pederzini). I quali, durante i riti occulti (abilmente mascherati da partite ufficiali) trucidano quelli che nel gergo religioso vengono chiamati "avversari", accontentando la loro Dea assetata di sangue. Il Dio Shiva, altrimenti detto Georgy Hair, marito della Dea Kalì, ha per ora impedito alla divina basaltica di fare stragi al di fuori della serie C. Per alcune settimane, in estate, il popolo della B2 maschile ha temuto di poter essere la futura vittima delle carneficine della Dea Indiana. Fortunatamente il tutto si è rsolto con il sacrificio del professor Avallone e la Dea Kalì ha pensato bene di rimanere a pasteggiare una categoria sotto. Shiva sia lodato per la sua bontà!
E comunque noi non berremo mai il sangue della Dea Kalì! Viva Shiva, suo marito! (di cui ora riporto la descrizione):
il dio Shiva è una delle divinità che costituiscono la Trimurti induista; egli è dio distruttore e fecondatore allo stesso tempo. Viene spesso raffigurato con un terzo occhio al centro della fronte, mentre tiene nelle mani il tridente, il tamburo a clessidra, l'ascia da guerra e la cerva, una specie di scettro. La sua potenza divina viene spesso rappresentata con divinità femminili, tra le più conosciute la dea Kali e la dea Parvati. Da questa divinità prende forma il Shivaismo, una particolare forma di induismo che venera Shiva come divinità suprema.

Bella coppia, non c'è che dire. Evviva l'amore!

Alessandro Trebbi


Oggi niente anteorima meglio cosi... oggi si va a vincere... oggi famiglietti e ugo daranno spettacolo - Teo - 20/11

Ciao Alle, che ne dici della silurata di Mentana al Tg5? - 12/11

Eccoci!finalmente un'anteprima che unisce. E' un coro unanime quello che venera e acclama la dea Kali - Marco Famiglietti - 12/11

Il dizionario lo controllo molto spesso, sia durante la lettura sia durante la scrittura, anche senza i tuoi suggerimenti. E la tua precisazione, "in calce" all'ultimo scritto, mi permette di considerare il tuo modo di esprimerti arrogante e presuntoso. Per ultimo se fossi in te farei più attenzione alla pertinenza dei tuoi saluti (Hasta siempre, Resisti Saddam, Ave Osama ecc., se ne manca qualcuno o qualcuno di questi non è corretto perdonami, non ho la tua fantasia) - Tano - 12/11

Nietzsche nel 1898: "Grazie alla morbosa avversione, che il delirio del nazionalismo ha suscitato tra i popoli d'Europa, e mantiene viva oggi ancora; grazie ai politici dalla vista corta e dalla mano troppo ratta si trascurano o si interpretano arbitrariamente o bugiardamente gl'indizi i più sicuri della volontà d'unificazione dell'Europa. Tutto il lavorìo segreto dell'anima degli uomini più profondi e di larghe vedute tendeva a preparare una simile sintesi e di fare degli esperimenti coll'Europa dell'avvenire: soltanto in apparenza oppure nelle ore deboli o nella vecchiaia, essi parteggiano pel principio della «nazionalità»!. Il mio pensiero ricorre agli uomini che avevan nome Napoleone, Goethe, Beethoven, Stendhal, Heine, Schopenhauer. In tutte le altezze e in tutte le profondità dei bisogni intellettuali quegli uomini grandi sono strettamente ed intimamente affini: l'Europa, l'Europa una, l'anima europea tendono, mercè la loro arte molteplice ed impetuosa, ad elevarsi ed aspirano, a che cosa? Ad una nuova luce? Ad un nuovo sole? Ma chi mai saprebbe esprimere con chiarezza quello che cotesti maestri, inventori di nuovi linguaggi non seppero chiaramente esprimere"1? Nietzsche dava al nazionalismo ed al patriottismo la colpa di aver diviso l'Europa." e ancora: "La nostra Europa odierna, teatro di un tentativo impensatamente repentino di mescolamento radicale di classi, e conseguentemente di razze, è perciò scettica in alto e in basso, di quello scetticismo mobile talora, che salta impaziente ed avido di ramo in ramo, tal'altra teatro come una nube pregna di punti interrogativi, e bene spesso mortalmente sazio del proprio volere! Paralisi della volontà: dove mai non si ritrova oggidì cotesto essere rachitico! E talvolta in quale abbigliamento di lusso per giunta!. La malattia della volontà è diffusa in modo diseguale in Europa. Si manifesta maggiormente e sotto molteplici aspetti, dove la civiltà è più antica, e perde di forza nella misura che il barbaro fa valere ancora, o nuovamente, i suoi diritti sotto le vesti sciupate della cultura occidentale". Aggiungo solo un concetto, la cultura, la storia, aggiungono qualcosa al nostro essere solo se siam disposti a capire gli errori passati e Alle, noi Europei siamo tra quelli che ne abbiam fatti senza dubbio di più! Mamma mia quanto sangue abbiam versato in giro per il mondo... ma è proprio ora che dobbiam esser capaci di metter a disposizione del mondo la nostra diplomazia e la tolleranza che spero vivamente non sia sol tanto decantata. Joe T - 10/11 - PS: non ditemi che Nietzsche è troppo di sinistra

Fami sabato rispondi ancora all'anteprima di trebbi a vedere se porta fortuna (culo) e a vedere se evitiamo di andare al quinto perchè io sono a pezzi... ciao bomber ci vediamo all'happy di stase... - Teo - 10/11

Grazie per il servizio che svolgete, il confronto con ciò che si trova nel vostro sito internet costituisce per me un arricchimento importante - Fulvio Casella di TRC - 10/11

Family Man docet... che maestria nell'arringare discorsi... un applauso all'oratore, e soprattutto bevitore, Marco... - Mincio - 9/11

Volevo soltanto dire a tutti quelli che hanno commentato in maniera disfattista sia l'anteprima che i post successivi, che non hanno davvero capito niente del discorso che si sta cercando di offrontare. Lo scopo di questo piccolo forum e della provocazione lanciata da Alle, è quello di stimolare un dialogo costruttivo e interessante, e non una competizione a chi ha ragione, o a chi è più arrogante! Di qualunque fazione o parte politica voi siate seguite l'esempio di Marco che ha voluto accetare la provocazione e ha sostenuto (con delle tesi più che fondate) una conversazione con una persona che parte da presupposti antitetici rispetto ai suoi! E senza scadere in certe frasi alla Schifani (chiedo scusa in anticipo, non volevo fare citazioni politiche... ma quell'uomo è un genio!!) che non voglio neanche riportare nel mio post... Esorto inoltre la gente ad approfittare di questo spazio che è stato ricavato per una discussione seria e di un certo livello e soprattutto per una riflessione profonda! Perchè ascoltando le opinioni altrui, anche se distanti anni luce dalla propria, si possono imparare davvero tante cose. Invece che partire dal presupposto che la propria è la VERITA', pensate che la verità non esiste!! Marco e Alle stanno semplicemente confrontando le loro ragioni e opinioni!! E' solo attraverso il confronto, e solo considerando i punti di vista delle altre persone che si può imparare davvero, che ci si può arricchire!! E' questo che dà spessore e profondità a certe discussioni porca puttana!! Lasciare aperte tutte le porte è il segreto della conoscenza... fidatevi! O almeno provateci cazzo!!! Concludendo: può anche darsi che io abbia scritto una marea di puttanate... liberi di pensarla come vi pare... ma almeno spero che possiate riflettere! A ognuno la scelta! Fottere! - GoS - 8/11

Se davvero l'europa vuole cambiare qualcosa e contare non deve cadere nella trappola dell'arroganza, la superiorità culturale non deve essere uno strumento che serve solo a criticare e non deve diventare un terribile boomerang che impedisce di esprimere leader che al momento giusto prendano le decisioni che gli eventi richiedono. L'esempio della sconfitta di Kerry parla chiaro, e la timida ripresa della sinistra con Zapatero in Europa non cambia un quadro, come dici tu, di inerzia e incapacità di cambiare le cose.
Ma siamo poi sicuri che si voglia cambiare o 53 milioni di americani hanno sbagliato casella martedì scorso? Oppure gli 11 stati su 11 che hanno bocciato l'emendamento sui matrimoni gay non hanno diritto di essere presi in considerazione? Questo è lo stato delle cose e Bush è quello che esprime la giovane storia americana, piaccia o non piaccia. Finchè saremo i migliori solo nel criticare (ammesso che si voglia davvero farlo) e nel riempirci la bocca di valori allora sì esiste il rischio di essere colonizzati in tutto e per tutto. Gli americani non sanno che farsene di spocchiose lezioncine anti-Bush. Gli americani vanno benissimo avanti da solo, loro hanno davanti una crisi economica, la perdita di migliaia di posti di lavoro, una guerra che non finisce ad un nemico per di più invisibile. E Bush sarà ancora 4 anni a Washington. Il resto, permettimi, sono chiacchere.
Marco Famiglietti - 8/11
a. famiglietti@tin.it

Un applausone e un inchino al capitano famiglietti - Matteo Managlia - 8/11

Veramente caro Trebbi il tuo non è un attacco agli Stati Uniti? Dopo averti letto mi sembrava sostenessi che gli Usa fossero unicamente esportatori di guerra. Ma che vuoi, noi, non di sinistra, senza la mortadella sugli occhi che vi piace tanto, non siamo nemmeno in grado di leggere ed interpretare. D'altronde letteratura, architettura... ARTE sono unicamente pane per i rossi (scusa Manu!), vero? E perdona questa risposta di basso livello, ma mi sono proprio rotto i coglioni della sinistra arrogante. Non ho più voglia di ribattere, mi va bene così. D'altronde come ribattere a chi inneggia la resistenza terroristica... Come? Io no! NO! Tano - 8/11

Una precisazione doverosa. La mia anteprima non è un attacco agli Stati Uniti o ai loro "modelli. Mi sembrava abbastanza chiaro, ma forse è meglio ribadirlo. Chi ho "attaccato" è l'Europa semmai. Ora, sulla cultura di un popolo come quello statunitense credo ci sia poco da obiettare. Duecento anni di storia contro i tre millenni del Mediterraneo non possono competere, è banale. Nessuno ha mai detto che musica, cinema o scienza non siano arte e cultura. Vero è che gli USA, in alcuni campi, sono sviluppatissimi ed il fatto che lo sviluppo sia avvenuto in così breve tempo è encomiabile. Ed è vero che la rivoluzione informatica, con tutto il bello ed il brutto che essa comporta è roba loro, non discuto. Vero è anche che il cinema non l'hanno inventato gli americani, anche se ne hanno saputo fare un uso meraviglioso, che il rock e il pop, la musica moderna in generale, sono roba inglese (nonostante gli ottimi ZZ top, Bruce, Nirvana e compagnia) e che per essere all'avanguardia nelle scienze gli USA hanno bisogno, come giustamente ha fatto notare Marco Famiglietti, di Rubbia, Montalcini, Einstein, Fermi ecc. Nessuno mette in discussione che l'accoglienza riservata a questi luminari sia eccellente e le finanze messe a loro disposizione indispensabili e importanti. Ma, ribadisco, duecento anni non sono trenta secoli. Ma non me la prendo per questo, nè, come tu dici, ho mai detto che povertà, malattie e quant'altro sono solo derivati della politica e cultura statunitense. Lo sono in parte, grande o piccola a ciascuno la sua opinione.
Il problema è che la non o recente-cultura, la non o recente-storia, la non o recente-pratica della democrazia per lungo tempo, dominano il mondo. E ciò non è certamente colpa degli Stati Uniti, meravigliosi nel creare una potenza dal nulla, nel differenziarsi culturalmente dall'Europa in maniera effimera ma non da tutti percepibile, nel soggiogare ai propri interessi due terzi di mondo. Il problema sta in chi ha la supremazia culturale (credo davvero), in chi porta la bandiera della cultura del PENSARE e non del FARE (è qui la più grande differenza tra Europa e Stati Uniti), ma non usa il proprio pensiero per condannare le azioni sbagliate del più forte. Il rammarico sta qui, in un quasi totale soggiogamento dell'Europa alla politica ed alla cultura d'oltreoceano.
Perciò il mio attacco è a chi si sottomette "aprioristicamente" ad un dominio militare, politico e culturale che ha poche ragioni d'essere. L'Iraq, l'Afghanistan, il razzismo, la pena di morte, il neocolonialismo, il fatto che in USA gli arabi non possono praticamente più metter piede (altro che Francia, che tra l'altro ha una storia di terrorismo islamico ben più lunga di quella statunitense) passano tutte come azioni "normali". Poi, nessuno discute che nefandezze siano state perpetrate anche dagli europei (vedi Spagna e Inghilterra alcuni secoli fa, tutta la storia del Cristianesimo, il nazi-fascismo, i regimi dell'Est). Ma si parlava di elezioni americane e di attualità. E ciò che gli Stati Uniti fanno è attuale.
Il punto è però che non c'è nessuna condanna ferma a ciò che è condannabilissimo. E' semplicemente questo che chiederei alla superiore capacità di riflettere europea. Superiore capacità di riflettere perchè, Marco e Pres, la cultura non nasce dalla scelta, ma semmai il contrario: chi legge, dibatte, osserva, studia, ha capacità critiche e conoscenze adeguate per crearsi un'opinione e quindi, scegliere. Ed anche chi la pensa meravigliosamente diversamente da me (l'intervento di Marco è molto acuto e interessante) può esprimere argomenti alti e plausibili perchè ha studiato. Latino, greco, Platone, Leopardi e Montale, Einstein. Non Ferlinghetti e Scorsese. Per quelli c'è tempo. Tra duecento anni ne riparliamo.
Un'ultima cosa: basta rispondere ad ogni argomentazione sugli Stati Uniti (e non contro, ben attenti) con "andate a vedere in Russia, a Cuba, il Comintern" e via dicendo. Prometto solennemente che dedicherò un'anteprima alle nefandezze ed al perchè del fallimento del comunismo. Ma è stupido replicare in quella maniera.
Ora basta, sono molto contento di aver aperto il dibattito che speravo. Con voci splendidamente diverse. Fino a venerdì sarò ben lieto di leggere altre opinioni. Da venerdì, però, si torna a parlare di cose serie. Kalì, è roba tua.
Alle Trebbi - 8/11

Ragazzi, complimenti davvero... Sia ad Alle che a tutti i replicatori (anche i più accaniti, un grazie a PrettyMaleFamilies). Facciamo vedere che da qualche parte girano i cervelli del volley! O no? E che Edwards o Francisco Franco vengano a pulirci le scarpe (rigorosamente AND1 o Nike, tanto per...)! - Yngwie Malmsteen - 7/11

Il livello morale di quest'epoca era ancora molto basso. Nessuno si faceva scrupolo di arricchirsi a spese della cosa pubblica; era già molto se un funzionario non si faceva addirittura corrompere. In fatto di umanità poi le cose andavano anche peggio.
Che nell'eccitamento delle passioni inerente alle lotte partigiane siano state commesse le più acerbe crudeltà si può comprendere; ma é atroce vedere come gli stessi Ateniesi abbiano fatto massacrare intere popolazioni che s'erano ribellate alla loro dominazione.
Di argomenti etici e di morale molti ateniesi non ne volevano sentir parlare, queste dottrine negli uomini che avevano una posizione sociale di grado elevata erano in tali materie della più crassa ignoranza; i padri erano impegnati a far denari con i commerci, e i figli prima di diventare come loro, avevano avuto presente come unico ideale quello di conquistarsi delle vittorie nei giochi nazionali, passavano intere giornate nelle palestre, e la loro educazione intellettuale si limitava al saper leggere e scrivere.
(www.cronologia.it - L'età di Pericle)

Consapevole dell'inadeguatezza della sede (per una volta l'anteprima non ospita aneddoti, storie e misteri del rutilante mondo della pallavolo minore modenese, ammesso che ne esista una "maggiore"...) mi sia consentito di dissentire su gran parte del corsivo di Alex. Vogliamo essere sinceri? Dissentire su tutta la linea.
Cos'è il testo di Alex se non una gigantografia di quello che ben chiaro abbiamo davanti agli occhi già in Italia? Un sistematico attacco ad un nemico non meglio precisato, non basta più solo Bush (un attacco a Berlusconi sarebbe pleonastico, un po' come se Moggi cercasse un rinforzo per la Juve...), ora addirittura Kerry e più in generale il fantomatico Modello Americano...un totem da scongiurare. Tutto condito da un disfattismo che non apre spiragli e alternative (ma tu cosa proponi?) e dalla voglia di gettare ombre nientemeno che su secoli di storia americana. Di luci e ombre, sia chiaro, è fatta la Storia. Ma dover leggere queste parole intrise di un'arroganza sconfinata, da intellettualismo radical-chic ("Gente che non conosce la storia, la letteratura, l'arte...") basate su una supposta superiorità culturale europea è roba da far rizzare i capelli in testa.
Forse che un ricercatore italiano si pone dubbi se gli si prospetta un incarico all'estero? E se magari il laboratorio americano in cui presterà la propria opera contribuirà ad un vaccino in grado di debellare, che so, l'Aids? E allora che senso ha addossare, come Alex sembra fare, tutti i flagelli, carestie, malattie, povertà e guerre su Pandora-America?! Un po' di onestà e serenità intellettuale, cribbio!
Se Einstein diceva che solo due cose sono infinite, ovvero l'universo e la stupidità umana, un motivo ci sarà. Anche per questo l'America non va vista, al contrario, come un guru a cui affidare le sorti del pianeta. Ma è anche vero che la grandezza dell'America sta nell'aver spesso sbagliato, nello sbagliare e allo stesso momento reagire a se stessa. Grande è un paese che pubblicizza spasmodicamente, con Bush presidente, un film come Farenheit 9/11 sulle magagne del texano, senza battere ciglio. Grande è un paese che partorisce grandi opere d'arte, ripeto arte, mettendo a nudo le proprie isterie e fallimenti (mai sentito parlare di Taxi Driver, Apocalipse Now, il Cacciatore, Uomini e Topi, la Beat Generation?). Se poi per arte intendiamo solo Partenone, Colosseo, Rodi, beh, allora radiamo al suolo tutto il resto e instauriamo il regime del Bello! Però il nostro Alex esternerà i suoi pensieri attraverso un bel piccione viaggiatore, invece che servirsi di una rete che ti consente di immettere in rete le tue parole in tempo reale. O forse non sapete che Internet è un'idea americana di derivazione bellica?
Essere nati nella patria di fondamentali scrittori, uomini politici, scienziati non fa di un europeo un uomo acculturato. Acculturarsi significa scegliere, vivere e farsi un'idea. Chissenefrega se non so l'anno di nascita di Pericle o in che categoria è da collocare Monet, l'importante è che davanti ad un McDonald's e un piatto di pasta e un bicchiere di vino italiani io avrò la possibilità e la forza di scegliere. L'importante è che nella rete di origine americana io possa scriverti e risponderti senza passare dal Comintern, caro Alle. E se un giorno deciderò di andare a visitare il Louvre e per farlo prenoto via Internet grazie ad un computer e nel viaggio ascolto gli ZZ Top, beh, un grazie andrà sicuramente allo zio Tom. E un grazie, certamente più sentito, andrà al mio compatriota Leonardo. Ma, a proposito, che ci fa l'italiana Gioconda nel nobile suolo dei nostri amati cugini d'oltralpe? Non l'avranno mica rubata? Ora lo chiedo a quella ragazza davanti alla scuola, che indossa uno chador; e già che ci sono le dico pure che nell'europeissima Francia indossarlo a scuola, è, in base a votazione democratica, VIETATO.
Cultura è avere sì un opinione, ma non farla diventare un'ossessione. Cultura è anche cambiare idea senza diventare per questo ipocriti. Cultura è fuggire da aprioristiche prese di posizioni pro e contro qualcuno. Mi meraviglio che un europeo come te sia così a senso unico nelle valutazioni storiche e sociali. Capisco la politica, ma qui si tratta di avere buon senso. Quello è dappertutto. Almeno così credevo.
Marco Famiglietti - 6/11
a. famiglietti@tin.it

Semplicemente pietoso...la classica lezioncina sinistrosa... dove chi è di sinistra è depositario della verità assoluta e solo lui ha studiato e conosce e legge libri, può trattare di letteratura ed arte e non capisce come mai regolarmente perde le elezioni......!!!!!!!!! Anche quelle Americane!!!!!!!! Un consiglio smettila di leggere Repubblica... e ragiona con la tua testa!!!! Pres

Esprimo tutta la mia stima per le sacrosante parole scritte dal compagno Trebbi. Grande! Dea Kalì - 6/11

Si lavora, si produce, per il Fascio e per il Duce... lk tpavignani@aliceposta.it - 6/11

Quello che hai scritto non è altro che la bella copia del mio pensiero, grande Alle!!! Lode all'amico Yasser - Kris - 5/11
P.S.: non sarebbe male che l'alteprima diventasse qualche volta un angolo di lettura personale delle vicende accadono nel mondo