ultimo aggiornamento: 07/12 00.15
HOME PAGE

CORSIVO
GIUDIZIO

 
 
 

"Uno spettro si aggira per l'Europa, lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa (...) si sono alleate in una caccia spietata contro questo spettro. Quale è il partito di opposizione che non sia stato tacciato di comunista dai suoi avversari che si trovano al potere?".

Ogni promessa è debito, indi per cui mi sdebito.

La citazione di poc'anzi, ad una prima e disattenta lettura, potrebbe essere senza molti dubbi attribuibile a Silvio Berlusconi e ad una descrizione lineare della sua politica revisionista. Non è però da sì somma fonte che proviene il virgolettato, bensì dalle prime righe de "Il manifesto del partito comunista" a firma Karl Marx e Friedrich Engels. Mi serve però non a comparare i filosofi di allora con quelli di ora, ma ad introdurre i due filoni del mio ragionamento.

Partiamo dallo "spettro", dal comunismo in senso lato e storico: ciò che predicava Marx, in maniera del tutto teorica e non empiricamente dimostrata e dimostrabile, nonostante i suoi sforzi, era un inevitabile crollo del capitalismo e del suo sistema economico che doveva e poteva essere sostituito da una rivoluzione, armata se necessario, del proletariato (inteso come le classi meno abbienti e sfruttate) che portasse alla distruzione della borghesia per prendere possesso dei mezzi di produzione. Passo successivo collettivizzare i mezzi di produzione e dare vita ad una società equa e con pari diritti, dignità, dinari per tutti. Idea meravigliosa dal punto di vista teorico, molto più difficile da mettere in pratica, data anche l'enorme contraddizione insita ad un movimento che intende fare dell'eguaglianza e della giustizia le sue bandiere, annientando però del tutto, a monte, una classe sociale (la borghesia).

Questo, in soldoni sia ben inteso, il sostrato teorico della faccenda: un'utopia, che pone davanti a tutto un altruismo che l'uomo non possiede come peculiare (errore antropologico quindi?), che disegna una società stagnante, in cui la competizione e la lotta per il successo siano pressochè del tutto assenti (grave errore sociologico ahimè), che presuppone comunque un collasso del capitalismo mai verificatosi, sia per le sempre nuove risorse trovate da quest'ultimo sia per lo sviluppo tecnologico non ben ponderato da Marx (errore economico). Il comunismo è una teoria magnifica, sognante, illusionista, ma irrealizzabile. O, quantomeno, non applicabile per quanto è stato dimostrato dalla storia, dall'economia e dalla psicologia.

Passiamo alla storia quindi: all'economia del socialismo reale sono state associate, sempre, sanguinose dittature. A partire da quella sovietica, che ha soffocato il dissenso coi gulag, i campi di lavoro, gli eccidi e gli esili, per proseguire in tutto l'Est europeo post seconda guerra mondiale, arrivando a Cina, Cuba e Sud-Est asiatico. Se vogliamo tra questi stati c'è una non marginale differenza. In Russia, in Cina, a Cuba e in Vietnam il socialismo è stato introdotto dopo una rivolta popolare che lo reclamava. La differenza non è sottile ma i risultati, in termini di annientamento delle libertà individuali, sono gli stessi. Il perchè tutti i paesi che hanno vissuto un'esperienza comunista siano sfociati in una dittatura più o meno sanguinosa non è facile da analizzare: forse proprio perchè la teoria comunista va contro a quelle che sono le aspirazioni della maggior parte della gente, c'è stato bisogno di reprimere il malcontento duramente, per consentire ai potenti di rimanere al loro posto. O forse, per dirla con Doc Brown, può essere stata una ferale quanto "incredibile coincidenza".

Il comunismo, purtroppo o per fortuna, è uno sconfitto della storia: non ha rappresentato una valida alternativa al capitalismo. Ha fatto vivere meglio, essendo stato attuato non alla lettera, ben inteso, milioni di persone (Cuba è il paese dell'America Latina con la migliore istruzione e sanità, la Cina riesce a sfamare un miliardo e mezzo di bocche, l'Urss è stata, anche se in maniera effimera, la seconda potenza mondiale), ne ha fatte vivere male, o ancor peggio ne ha uccise, altrettante.

Il comunismo è stato sconfitto dalla storia e, prima di tutto, da se stesso.

E nessuno in questa sede difende le efferatezze dei regimi comunisti, specialmente quello cinese e quelli est europei e sovietico, anche se forse tali efferatezze non derivano direttamente dalla teoria marxista. Faccio notare qui la più grande differenza tra il comunismo e il nazismo che vengono così spesso ed in maniera così ignorante accostati: la teoria comunista prevede un'azione violenta (come possibilità, non come dogma) nella presa del potere da parte del proletariato. Ma, per la gestione del potere da parte dei proletari, nè nel "Manifesto" nè nel "Capitale", nè in nessuno altro scritto di Marx ed Engels, si parla di violenza. Per il nazismo la violenza è politica, è teorica, è assolutamente indispensabile per il mantenimento dell'ordine, per l'espansione, per purificare la razza. Il nazismo teorizza il genocidio. Non c'è paragone. Ciò non toglie che la condanna verso i regimi comunisti sia totale.

Passiamo al secondo filone d'indagine: il "tacciare" di comunismo i partiti dell'opposizione, con particolare riferimento alla realtà italiana. Il buon Berlusconi, certamente, ignora la storia italiana. Una semplice constatazione, non un giudizio di merito, ben inteso. Ma usare il termine "comunista" con intenti minatori, terroristici e denigratori è un errore storico grave e imperdonabile. La storia della nostra penisola ci dice che il Partito Comunista Italiano, pur seguendo un'ideologia che poc'anzi abbiamo visto fallimentare, ma comunque legittima e non violenta nè disonorevole, ha contribuito non poco allo sviluppo della democrazia nel nostro paese.
Circa il cinquanta per cento delle truppe di partigiani formatesi durante la Resistenza, che hanno consentito (assieme agli Alleati) la Liberazione dal nazifascismo, erano composte da militanti del Partito Comunista, le cosiddette Brigate Garibaldi. Ci sarà sicuramente chi obietterà che Pansa ci ha squarciato un velo mostrandoci la Vera Verità col suo libro, ma gli esaltati (minoranza esigua, comunque, tra i partigiani) ci sono ovunque, a destra, a sinistra, al centro. Ed in guerra l'esaltazione spesso sfocia in pazzia omicida. Le stesse cose le hanno fatte partigiani cattolici, azionisti, monarchici. E gli Alleati.

Palmiro Togliatti, pur nell'errore grave di appoggiare l'Urss e l'invasione dell'Ungheria (ma quanto erano lontane, al tempo, la Russia e l'Italia!), ha evitato la guerra civile: nell'immediato dopoguerra, non aizzando una rivoluzione possibile, visti i numeri menzionati poc'anzi; nel 1948, quando da un letto di ospedale invitò gli ex-partigiani già con le armi in mano a comportarsi in maniera civile e ad abbassare i fucili dopo l'attentato. Inoltre Togliatti ed il PCI sono stati attivi protagonisti della stesura di una delle migliori costituzioni europee (forse è per questo che ora si cerca di distruggerla), in collaborazione stretta e pacifica con DC e PSI. Il Partito Comunista Italiano dal 1968, pur mantenendo rapporti ideologici inevitabili, si è sempre più staccato dalle posizioni sovietiche, assumendo un ruolo chiave nella civilizzazione del paese (vi dicono niente le parole divorzio e aborto?), consentendo ai lavoratori italiani di avere uno statuto che li tutelasse, garantendo una politica di confronto con la Democrazia Cristiana sfociata nei governi di solidarietà nazionale a cavallo tra 1978 e 1979. Il Partito Comunista Italiano non ha mai avuto alcun legame con la malavita e coi terroristi ed anzi li ha sempre condannati e combattuti. È bene inoltre ricordare che il Partito Comunista Italiano ha per 45 anni rappresentato circa il trenta per cento della popolazione italiana, non mi sembra poco. Il Partito Comunista Italiano ha contribuito fortemente allo sviluppo della civiltà e della DEMOCRAZIA nel nostro paese.

Solo chi ignora può dire le cose che dicono Berlusconi, il prode ministro Giovanardi e tanti altri. O forse chi vuole riscrivere una storia che può essere criticata, re-interpretata o peggio travisata, revisionata, offesa. Ma non cancellata. Si può non condividere l'ideologia fondante del PCI, ma non si può non rispettare il PCI.

Altrimenti spiegatemelo voi: che male c'è a essere stato e ad essere comunista, in Italia?
Alessandro Trebbi


Ammettendo di aver emesso giudizi ingiustificati sulla tua persona (sicuramente non meno di quelli che tu hai emesso verso di me...) ti chiedo scusa per quella parte del mio post ma mi riservo di appuntarti alcune cose:
1. Se in questo forum dovessero esprimere la loro opinione solo "quelli più capaci" tu non avresti alcuna ragione di usare il tuo PC se non per giocare a solitario, e visto che non è il caso di questo forum ti comunico che mi riserverò di scrivere la mia opinione qui come quando e perchè mi andrà di farlo
2. Non ti preoccupare per me, oltre ad essere adulto e vaccinato porto sempre con me l'ombrello (non si sà mai che piova merda dal cielo)
3. Noto con particolare piacere che al contrario di quello che mi consigli di fare, ti consideri migliore di me...identico errore che ho commesso io: MANCANZA DI RISPETTO. Come puoi notare non sei tanto migliore di me...comunque sia io ho chiesto scusa per averti offeso in qualunque modo(ovviamente tutto quello ch ho scritto su Berlusconi non me lo rimangerei neanche in punto di morte).
Chiedo scusa ma mi sono scardato un paio di punti:
4. Razzista non lo sono ora e mai lo sarò, e chi mi conosce può confermartelo
5. Non credo che ci sia bisogno di screditare il fascismo...c'ha già pensato la STORIA
Dimenticavo... grazie per i complimenti - Eugenio Ugolini - 06/12

1. Chi è Tano?
2. A chi è rivolto il post strutturato in 10 punti? Si riferisce ad uno dei messaggi precedenti o ad una discussione privata con qualcuno? Sarebbe bello seguire l'intero dibattito! - Fami - 6/12

Punto=1. Non mi drogo
2. Peso tra i 50 e i 100 chilogrammi.
3. Non difendo il fascismo, non mi interessa farlo. Non quanto interessa a te screditarlo.
4. Citami "solo" 1 (uno, capito) migliaio di storici cui si basano le tue affermazioni. Per storico non intendo nè uno squatter (sai cos'è? te lo devo spiegare?) marxista nè un arringatore stalinista da centro sociale.
5. Non difendo Berlusconi, sta sulle palle anche a me ed è lontano anni luce dai miei pensieri. (la medesima lontananza tua dalla correttezza e dalla tolleranza, razzista prevaricatore di 'sto pesce).
6. Se pensi che qualcuno sia presuntuoso e ignori l'esitenza della DEMOCRAZIA dovresti quantomeno dimostrarti democraticamente più tollerante e comprensivo verso chi non ha le tue idee. Che tra l'altro potrebbero essere della stesso tipo di merda che anche tu hai sugli occhi.
7. Non pensare che tu faccia meno cagare di tanti altri.
8. Preferisco non farti tenerezza, non ti preoccupare per me. Sono sicuramente più basso, ma la tua piccolezza l'hai già dimostrata. Sono molto più cresciuto di te, sicuramente dove serve.
9. Probabilmente sei un ottimo giocatore di pallavolo. Bravo, per questo ti stimo molto. Limitati a fare quello che ti viene bene. Non spalare merda sugli altri se non sei tanto abile, prima o poi ti ripiove addosso. Lascialo fare a chi è un po' più capace tipo Trebbi o Papotti.
10. Ciao e complimenti, bella partita - Tano - 6/12

Finchè esisteranno Prodi ed Eugenio Ugolini (...chi è?) sarò sicuro di essere dalla parte del giusto. Grazie di esitere! Siete i miei lumi nella nebbia - Tano - 06/12

Cosa chiedere di più al buon Trebbi di una appassionata ma lucida retrospettiva della parabola del sogno comunista? I valori e gli istituti di matrice comunista di cui ora siamo eredi e fruitori (aborto, divorzio...) provengono da questo sogno anche se rimasto irrealizzato. Ciò che però è davanti agli occhi di tutti è che l'umana natura rende irrelizzabile ab origine un sogno del genere. Il capitalismo è quanto di più vicino esista (come modello economico, si intende) all'egocentrismo, avidità e meschinità proprie dell'animo umano. Esalta l'uomo come individuo e così facendo ne amplifica anche i difetti. Fa parte del gioco. Ora, ciò non vuol dire che tutto l'impianto del comunismo vada buttato in tronco: nel meccanismo ormai oliato e a volte diabolico del capitalismo, l'eredità marxista (ma ormai sarebbe meglio dire progressista) va tenuta in debito conto. Allora ben venga l'accento sui diritti umani, sulla solidarietà, sull'ambiente, sul pacifismo e quant'altro. Come già detto in questa sede il dialogo è davvero indispensabile. Ma per piacere, non parlatemi di violenza solo eventuale (Budapest '59...) o di violenza di serie A o B. Quando c'è di mezzo il mantenimento del potere la violenza è sempre stata usata a mani basse, certo prima di impugnare un fucile nessuno si è andato a leggere il manifesto del partito di appartenenza: si sparava e basta... completamente sterile la diatriba su chi usa o meno la violenza. Un regime imposto con la forza ha nella fine il suo destino, che poi si vivesse bene anche in regime comunista è tutto da dimostrare: hai mai sentito parlare di gente uccisa mentre provava a scavalcare il muro in direzione ovest? Io no! Concludendo non c'è niente di male nell'essere comunisti, neanche oggi, ma mi viene la nausea a sentire notizie di "espropri proletari" a danni di supermercati o librerie, queste pagliacciate sono un insulto al diritto tante volte chiamato in causa e stanno al vero spirito del comunismo com un Nescafe sta ad un espresso in un bar di Napoli! - Marco Famiglietti - 04/12

Scusate se mi intrometto in questi discorsi davvero interessanti e anche se mi piacerebbe molto proseguire la vostra discussione volevo porre una domanda. In questi giorni ho un sassolino nella scarpa (di dimensioni assimilabili a quelle del Monte Bianco) che mi devo togliere. Alle, saresti in grado di spiegarmi perchè misteriosamente dall'80 al '92 la Juventus non ha vinto niente, e da quando nel '92 le spese per l'acquisto di farmaci si sono quasi decuplicate ha invece invertito la tendenza e vinto tutto quello che sappiamo? Mi dispiace parlare di calcio in un sito dedicato esclusivamente alla pallavolo (per fortuna!), ma ad Alle questa domanda la dovevo prorpio fare. Mi piacerebbe molto anche leggere un'anteprima in merito... grazie comunque per l'attenzione! - Giulio - 04/12

Caro Tano, le cose sono due: o ti droghi o non fai un grammo. Perchè, se è comprensibile che tu dalla tua ottica tenti di difendere il Fascismo da delle considerazioni basate solo ed esclusivamente su fatti storici (quello che ha scritto Trebbi in questa anteprima è anche l'opinione di paio di migliaia di storici contemporanei in tutto il mondo...), non lo è il fatto che tenti di fare la medesima cosa con Berlusconi. Il Suddetto non è solo ignorante (come la grande massa degli italiani (dalla quale io certo non mi sottraggo)), ma è anche arrogante, presuntuoso, e (caratteristica ben peggiore di tutte per uno che di mestiere fa il Presidente del Consiglio) non ha assolutamente idea di cosa sia la DEMOCRAZIA. Che poi si circondi furbescamente di persone che non hanno un loro proprio cervello ma si servano del suo è un altro discorso ancora...Tornando al nostro beneamato PdC, quello che sto dicendo lo sta dimostrando dal primo giorno in cui ha appoggiato le sue chiappe dorate su quella poltrona. E la cosa che più di tutte fa male alle persone che un loro cervello ce l'hanno (e che lo usano), e che hanno a cuore e credono nella DEMOCRAZIA, è che ci siano ancora persone come te (e come la maggioranza degli italiani) che se ne strasbattono della DEMOCRAZIA perchè è molto più facile fare i propri interessi. Mi fate cagare voi tutti quelli che difendono quel maiale di berlusconi! A proposito del fare i propri interessi... mi fate anche pena e un pizzico di tenerezza perchè voi pensate che lui faccia le leggi per favorire o meno la classe sociale che storicamente è appoggiata dalla destra... ma non capite che lui fa solo i suoi di interessi??? Ma cosa avete sugli occhi??? Uno strato di merda di 10 centimetri???? Opinione mia ovviamente....
PS: Ah Tano dimenticavo...Stai diventando patetico con questa storia dell'ARROGANZA... è ora che cresci e impari a difendere le tue idee (ammesse che siano tue) in un modo serio...facci questo favore...
Eugenio Ugolini - 04/12
spratti8@tin.it

La frase che citi piace molto anche a me. Soprattutto perchè, tu ci creda o no, non ho fortunatamente nulla da spartire con il regime fascista, anzi. Trebbi sostiene che più del cinquanta per cento dei partigiani fosse comunista. Mi sembra un buono spunto per accomunare i comunisti ai fascisti, almeno per le colpe. Non potrai mai essere nella ragione, se ti macchi del medesimo peccato di cui sei stato vittima. Giusto? Non è forse lo stesso ragionamento per cui l'opinione pubblica condanna Israele? Io sono confuso per natura e ringrazio chi, come Sandro uomo paziente, si produce in graditi chiarimenti e spiegazioni. Senza arroganza - Tano - 03/12

Ciao Tano... Lo sai che sarei arrivato a fare due chiacchiere con te! Solo questione di tempo.
Apprezzo lo scritto di Alle e lo ringrazio per aver cercato di spiegare in poco spazio (ce ne sarebbe ancora da dire) quello che io definisco la Diaspora dei Comunisti.
Io sono Comunista, anzi mi sono sempre definito Socialista utopista. Parole strane? Forse, ma hanno un significato preciso. Ho la piena consapevolezza che il Comunismo sia un'utopia e in quanto tale irraggiungibile. I motivi sono tanti e primo fra tutti la non trascurabilità dell'antropologica individualità umana. Ma credo fortemente nei valori che afferma. I valori di ugualglianza, di diritto, di libertà e di vita. Valori a cui puntare sempre. Non esiste una strada che porta al Comunismo. La Storia lo ha dimostrato. Ma esiste una strada che attraversa quei valori ed è il Socialismo. Non quello reale e autoritario, ovvio, ma la Socialdemocrazia.
Questo Tano, ovviamente, è la mia idea e sai benissimo che l'ho scritta più per una funzione informativa che educativa. Mi conosci. E ovviamente figurati se voglio discutere con te di questo. Sarebbe come mettere due caproni in un metro cubo.
Tu però hai sollevato un altro tema. A me molto caro. La Resistenza. E qui faccio il caprone, i'm sorry. Hai ragione, i morti non sono differenti, sono morti. Ma le loro vite sono state differenti. E quello che successe dal 45 al 48 in Emilia come in altre parti dell'Europa appena uscita dal Nazifascismo non è altro che la conseguenza di queste vite vissute. Fino al 1943 in Italia erano quasi tutti fascisti, Tano, vero. Ma perchè non si poteva scegliere. L'unica altra possibilità era la fame, la prigione e la morte. E pensa, c'è anche chi ha scelto di morire. Questo però non è giudicabile. Ne io ne te ci possiamo permettere di affermare se sia stata più giusta la scelta di vivere da fascista o morire con la propria idea. Così come non possiamo giudicare quello che è avvenuto dopo. Chi ha continuato a vivere si è trovato di fronte l'odio e la vendetta di quelli che avevano subito l'altra scelta. Dal 45 al 48, Tano, l'odio ha cambiato sponda. Un fatto inevitabile. Tu parli di tuo nonno, parli dei ragazzi di Salò come vittime innocenti. Ma nessuno allora ne da una parte ne dall'altra è stato innocente. Chi scelse il fascismo si macchiò anche indirettamente di tutto il male che ne nacque. E chi vide morire i propri figli, le proprie mogli, chi vide le mitragliatrici falciare ragazzini, alberi reggere uomini impiccati ad ogni angolo del proprio paese, volle pulire quelle macchie nell'unico modo che il proprio cuore poteva concepire.
Ripeto Tano, i morti non hanno un peso differente, ma le loro vite, le loro scelte sono state differenti. Giudicarle uguali, cancellare le colpe, mettere sullo stesso piano il Fascismo e la Resistenza è assurdo e profondamente sbagliato.
Una delle frasi più belle che abbia mai sentito su tutto questo è di Vittorio Foa. Storico di grande rilievo, imprigionato per non essersi dichiarato fascista, partigiano, una volta disse riferendosi a Tremaglia (senatore di an, ex missino, ex fascista di Salò): "La differenza c'è. La differenza è che se vincevate voi io ora ero ancora in prigione o forse peggio, morto. Abbiamo vinto noi e tu sei Senatore della Repubblica" - Sandro - 3/12

"Che male c'è? ...legittima e non violenta nè disonorevole? ...esaltati?"
Caro Trebbi, condivido diversi passi della tua disamina riguardo il fallimentare passaggio storico del comunismo, ma quando ti trovi ad affrontare problemi "di casa nostra", accusando il Presidente del Consiglio dei Ministri di ignoranza, inciampi anche tu nel fallo. Non mi sembra imparziale considerare gli stupri di massa, gli assassinii generalizzati, le pubbliche umiliazioni e torture come la semplice espressione di un gruppetto di scalmanati "compagni che sbagliano". Il problema non fu cosa di poco conto, e ancor più stupido sarebbe considerarlo limitato al noto triangolo della morte, sì perchè, caro Trebbi, non ci fu solo Emilia Romagna. Sulle rive del Garda furono trucidati ragazzini diciottenni colpevoli unicamente della loro provenienza: tornavano alle regioni natie da un campo addestramento repubblichino situato nel bresciano. Oppure ti posso raccontare del mio povero nonno, allora poliziotto delle ferrovie, fascista più per pane che per ideologia. Fu costretto a scappare sui monti dell'appennino ligure più volte, per avere salva la vita e fuggire dalle torture di alcuni, pochi, esaltati "compagni che sbagliano". Non fu il solo, ti basti questo. O i morti hanno valori differenti? ...che il cuore batta a destra o a sinistra? Non limitarti a considerarli episodi. Qualcuno si potrebbe offendere. E magari fai una gita, in una calda e assolata domenica mattina, a Campagnola, a San Prospero... e ascolta la coscienza... tutti abbiamo qualcosa da imparare di nuovo, sempre - Tano - 03/12