ultimo aggiornamento: 29/10 05.00
HOME PAGE

CORSIVO
GIUDIZIO

 
 
 

Il “Trionfo d’amore” è ormai la specialità della Villa d’Oro. Fin da epoche remote l’”e vissero felici e contenti” è stato uno dei pilastri di via del Lancillotto. La coppia Armaroli-Murgolo è nata qui, Papotti ha fatto il giro del mondo, Rontani ha concupito sui campi da beach la sua opposta, per finire con le ormai figlianti coppie Petocchi-Facchini e Artioli-Guerrieri.

Poi tutto è cambiato.

A intenti bellicosi, ma infruttuosi, di un’arroganza erotica spasmodica, si è pian piano sostituito il romanticismo rosa e tutto latte&miele (92.10 FM) alla Catullo. E soprattutto una nuova tecnica (o tattica) di conquista: LO SFINIMENTO. E così dopo pedinamenti, messaggi che se ricomposti costituirebbero un’opera ben più voluminosa della “Divina Commedia”, allusioni, telefonate fiume, discorsi inutili, presenze gradite o meno, ora si cede di fronte dell’Eros. La TECNICA DELLO SFINIMENTO ha finalmente trovato il suo compimento e noi, nel nostro piccolo, non possiamo che fare tanti auguri a tutti.

Passiamo alle cose serie. Detto fuori dai denti, cercate di non farvi sposare dal cardinal Ruini. Rischiereste una vita con 40 figli, senza poter divorziare, senza bestemmiare, bere e fumare. Un flagello...

La Chiesa (e per Chiesa intendo le alte e basse gerarchie cattoliche emanate dal Vaticano, ma anche il latente moralismo di certe élites culturali e politiche) ha sempre preteso un ruolo egemone nella costruzione dell’etica e della cultura italiane. Un ruolo che le è stato tolto (cito in un’annebbiata memoria Pasolini) nell’immediato dopoguerra dalla civiltà dei consumi, dallo strapotere della cultura di massa imposta dai media (televisione soprattutto), dalla globalizzazione, dall’internazionalizzazione dei costumi e dei diritti. Non che questo sia stato storicamente un evento eccezionale e ottimo per l’umanità, anzi. Ma queste sono opinioni mie. Fatto sta che i paesi liberi (e per liberi intendo già da secoli affrancati dalla dittatura clerico-fascista, sempre Pasolini, imposta dalle istituzioni religiose e dallo Stato pseudo-democratico) hanno esportato, nel secondo dopoguerra, diritti sacrosanti come il divorzio, l’aborto, la liberalizzazione dei comportamenti sessuali. E le democrazie occidentali hanno posto all’attenzione dell’opinione pubblica tematiche fondamentali come quella della convivenza tra le culture, tra le religioni, come le questioni dei diritti delle minoranze, come l’eutanasia.

La lotta vaticana, che negli ultimi anni si è intensificata, contro l’aborto e il divorzio, contro l’eutanasia, contro gli omosessuali e i conviventi (PACS ecc), contro l’uso dei contraccettivi (ricordate i ripetuti appelli di Giovanni Paolo II), contro l’Islam (sarebbe meglio guardare prima in casa nostra e poi puntare il dito quando davvero si possa dire di aver la coscienza pulita, vero caro Ratzinger?) è una lotta antistorica ma che, questa sì, fa diventare l’Italia un’Italietta. Perché solo da noi (e per forza, ce li abbiamo sui nostri balconi!) le parole di Ruini o di Benedetto XVI vengono ascoltate, commentate, titolate, amplificate. Da questo punto di vista sembra quasi che l’Italia sia tornata indietro di una decina di lustri. E, anche se non dovuto a un diretto intervento della Chiesa, anche tutto il polpettone di trasmissioni e articoli per una, una sola, misera bestemmia detta in seconda serata sta a testimoniare che i bigotti, in Italia, ci sono ancora. C’è molto, molto, molto di peggio, in televisione. Per esempio il programma all’interno del quale la bestemmia in questione è stata detta. E nessuno muove un dito.

Quella della Chiesa e dei suoi veri o finti o di comodo proseliti in televisione e sui giornali è una lotta antistorica per due motivi: il primo, e più banale, è che la Chiesa di Roma non ha niente da insegnare a nessuno in fatto di valori etici e di moralità. E questo ce lo dimostra in maniera palese il suo passato di sangue, furti e abusi di potere. Il secondo è che la Chiesa cattolica è un’istituzione superata: superata dalla Storia, superata da chi si è rifatto ai suoi dogmi per poi sopraffarla e, addirittura, inglobarla nei propri ranghi (la Democrazia Cristiana), superata da una società che ha un ritmo (di progresso, di evoluzione, di pensiero e parola) insostenibile per la Chiesa, la vecchia Chiesa, la superata Chiesa.

Ciononostante la Chiesa, in Italia, è ancora un’Istituzione. Con la I maiuscola, perché sui mezzi di massa ha un impatto clamoroso: un putiferio di scritti e smentite ha seguito l’ormai famoso <<proclama di Ratisbona>>, una gaffe clamorosa per chi si vuole proporre come paladino della religione buona, non integralista, pulita e pacifica; le parole di Ruini (che davvero ormai si occupa di tutto, anche di cucina e moda, ha ragione la Littizzetto) hanno sempre una eco eccezionale in televisione e sui giornali; le opinioni di Roma sui gay (ancora un tabù: l’omosessualità è tuttora, nel 2006, un peccato e una malattia) compaiono spesso sui giornali; ci sono ancora tantissimi spazi per la liturgia cattolica nei palinsesti Rai e Mediaset. Palinsesti e giornali di un paese costituzionalmente laico, è bene ricordarlo. Laico.

Perché? Siamo forse di fronte ad una nuova e sotterranea ondata reazionaria? O forse il rinnovato spirito guida della Chiesa ha a che fare con la situazione internazionale?
Non è facile dare una risposta. Forse è semplicemente un ultimo e potente rantolo di una presunta supremazia morale e di costume ormai in via d’estinzione.

Sicuramente di fronte all’avanzata, anche e soprattutto mediatica, dell’Islam, la Chiesa cattolica ha dovuto reagire, rischiando di essere sommersa dai “rivali” e di lasciare strada ad un integralismo certamente pericoloso. La risposta è stata però quella di un altro integralismo: la legge sull’aborto (vedi le richieste di revisione dell’eccellente Giovanardi) è e deve rimanere intoccabile, nel 2006. I discorsi su Maometto di Ratzinger saranno pure una gaffe, ma testimoniano un’ingerenza di Roma su vicende e testi di altre religioni che Wojityla non si sarebbe mai concesso. Le pretese di legiferare su eutanasia, droga, contratti sociali, etica televisiva e comportamenti quotidiani, con una visione ancora una volta chiusa, ottusa e retriva della vita umana che caratterizzano le orazioni di Ruini riportano l’Italia indietro di anni. Perché?
La Chiesa non ha più rapporti espliciti col potere legislativo italiano (crediamo), forse non ha più neanche una grande presa sull’opinione pubblica, ma probabilmente ha ancora contatti sotterranei intensi coi centri di potere. E una capacità di fare pressione sulle alte cariche italiane e sui media che non si vede ma che si sente. E allora, se davvero ci sono ancora in ballo poteri così forti, nei rapporti tra Stato e Chiesa, nemmeno l’opinione pubblica è così al sicuro. E la reazione potrebbe consumarsi davvero. Attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Vedremo. Intanto una cosa è certa: il vero spirito della chiesa (con la minuscola, per umiltà cristiana) dovrebbe essere quello delle missioni nel Terzo Mondo, delle piccole comunità di recupero, degli ordini pauperistici. Di chi davvero si rifà al Nuovo Testamento e non a tutta quella massa di porcherie che è stata scritta e imposta dopo dalla chiesa di Roma. Il vero spirito della chiesa non è quello del vaticano (con la minuscola, per intenzione di chi scrive).

Per fortuna, nel piccolo ma movimentato mondo della pallavolo modenese, la gente si ama ancora (e non solo). E ancora liberamente e sfrenatamente. Bravi ragazzi!
di Alessandro Trebbi