ultimo aggiornamento: 29/10 15.45
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CORSIVO
GIUDIZIO

 
 
 

Onestamente, non ero sicuro di volerne parlare davvero. Però poi la passione è troppa e così uno non ce la fa a parlare solo di pallavolo (passione), gnocca (grande passione), Alessandro Del Piero (passione sconfinata). Uno, ogni tanto, parla anche di politica. Soprattutto, uno come me lo fa prima che la passione scemi del tutto. E allora, dato che ne vogliamo parlare, parliamone, possiamo farlo.

Ordine del giorno: eccezionali elezioni primarie del Partito Democratico.

Ora, io non voglio assolutamente parlare dei tre milioni di persone (le cui ragioni saranno brevemente esposte qui sotto, dopo) che sono andate a votare. Massimo rispetto. E anche, sic, massima invidia, perché questi tre milioni di persone una speranza ancora ce l’hanno, una passione, per l’appunto, ancora ce l’hanno. A me, ultimamente, è passata. O almeno diminuita di molto.

E non solo per l’azione litigiosa, tumultuosa e poco chiara del Governo (mi interessa, ma meno), tanto per il crollo totale d’ideale e di concretezza verificatosi in seno alla sinistra e, in massimo grado, per l’iter del Partito Democratico. Un iter inusuale, nuovissimo, hanno ragione i dirigenti Margherita e DS, ma per nulla così democratico come si vuol far credere. E per nulla riformista. Ha ragione Sansonetti: una volta il riformismo era il “fare le riforme”, a favore dei poveri, per il progresso sociale. Ecco che vennero lo Statuto dei Lavoratori, il sistema pensionistico, l’abolizione dei manicomi, la nazionalizzazione dei beni primari (energia). Ora il “riformismo”, agli occhi del popolo di sinistra, sembra sempre più un’omologazione al centrismo, ad un modo di governare tecnico che cerca di far quadrare i conti senza far troppo male a nessuno, senza prendere posizioni decise, senza penalizzare troppo nessuno ma penalizzando tutti. Una maniera per far rimanere le cose così come sono, milgiorarle se si può in sicurezza, altrimenti fermi, il progressismo lo metterà in pratica poi qualcun altro (chi?). Questa non è sinistra, per me. La sinistra, almeno fino a qualche anno fa, prendeva posizioni nette e decise: sulle pensioni, sul welfare, sulla guerra. Ora no. Ora la sinistra è al governo, mi dirà qualcuno. Già, ma al governo bisogna decidere. E per decidere bisogna avere le idee chiare. E adesso, a sinistra, le idee chiare non ci sono. Da nessuna parte, e non è solo colpa di chi rompe le scatole da destra (Mastella) e da sinistra (Rifondazione, Verdi-PDCI, il telegenico Di Pietro). Hanno le idee poco chiare anche quelli che, in questi giorni, hanno creato il segretario del PD (giacchè il partito, ancora, manca).

Non esistono idee chiare sul PD, o se esistono non ci sono state comunicate: che matrice ha? Con chi si allea? Cosa pensa di fare alle prossime elezioni politiche? Qual è il suo programma? Boh! Perché se il leader mi spende parole di elogio su una donna che ha cambiato identità, ha proceduto a un matrimonio d’interesse e parla a suo marito attraverso i giornali, beh, un po’ i coglioni (sì, Silvio, hai capito bene, i coglioni) mi girano! Se il leader dice che ci dobbiamo volere tutti bene, e tutti gli vanno dietro, un altro po’ i coglioni mi girano. No! Dio santo no, io a Storace non gli voglio bene! E a Papa Ratzinger nemmeno, potrò avere almeno questa libertà! La dialettica e lo sviluppo si costruiscono sul confronto e sullo scontro (di idee), non sull’amore fraterno ed eterno tra tutti, santoddio! Lo Statuto dei Lavoratori (per tornare alle riforme di cui sopra) è nato da anni di lotte e musi duri e poi mediazioni soffertissime, non da una cena conviviale zeppa di vino rosso e barzellette tra Moro, Andreotti, Berlinguer e i sindacati! E non mi si dica che i tempi sono cambiati perché (pare impossibile) i lavoratori stanno peggio adesso che nel 1970!

Per non parlare, poi, della somma democrazia di quest’elezione. Che parte da un presupposto sbagliato, ovvero: il PD non nasce per movimento e grande assenso di popolo. Nel senso che a noi elettori di sinistra nessuno è venuto a chiedere se andava bene, questo PD. Nessuno ci ha chiesto se la fusione coi democristiani, l’abbandono definitivo della storia comunista, la svolta verso una politica liberista e occidentalissima, la possibile rinuncia al socialismo europeo e al laicismo, andasse bene. Se fossimo d’accordo, insomma, con tante rinunce (per il progresso s’intende, siamo nel 2007) e poche certezze. Magari lo saremmo stati eh, sia chiaro, ma nessuno ce lo ha chiesto. Il PD è nato in alto, suffragato dalle sezioni (suffragio inutile, come ben sappiamo, chè gli iscritti storici PCI-PDS-DS sono quasi tutti allineati). E allora, siamo sicuri (a prescindere dal voto sul leader, che è un’altra cosa) che la base fosse così felice, della morte dei DS (e della Margherita dall’altro lato)?
Ne è nato un segretario, comunque, e non un partito. Anche questo caso unico, e anomalo, nel mondo. Veltroni adesso è segretario, sì, ma ha ragione Crozza, è segretario di Paperopoli, di qualcosa che non esiste. Che esisterà, sia chiaro, ma di solito le case si costruiscono partendo dalle fondamenta, non dall’antenna delle tv. Si parte dalla base, dal consenso, dalla formazione di un organigramma e di un programma. E poi si elegge il segretario, e le primarie sono un eccellente maniera di elezione, partecipativa, democratica, è vero. Ma la democrazia a posteriori a noi, a me, non piace. Non c’è da vantarsi delle primarie in sé e del sistema che esse esplicano. Di cui vantarsi, in questa faccenda, c’è solo l’alto numero di votanti. C’è da vantarsi di quell’enorme popolo della sinistra che ancora in Italia c’è e che ancora ci crede. Ma che forse, domenica, ha voluto lasciare l’ultimo segno, ha voluto riporre l’ultima speranza. “Siamo stanchi, ma un’ultima chance ve la concediamo” ha sommessamente detto l’elettorato DS. Siamo buoni, noi di sinistra. E forse un po’ coglioni, ha ragione Gesù Berlusconi. Io, onestamente, per quelli che sono i presupposti, credo che questa chance verrà disillusa, anche se spero vivamente di essere smentito.

Concludendo questo mio intervento, che precede altri immediatamente riportati qui sotto, e che spero ne precederà altri ancora, chè a noi piace discutere, non credo che il PD corrisponda ad una nuova alba della politica italiana. Semmai a un tramonto. Che comincia dalla scelta del nome, Partito Democratico, che non vuol dire nulla, almeno in Italia, che non rimanda a nessuna identità, che spersonalizza completamente il contenuto politico, che quindi potrà essere di qualsiasi derivazione, estrazione, campo. Democratici di Sinistra (come prima Partito Comunista Italiano o Democrazia Cristiana o Partito Socialista Italiano e Partito Nazionale Fascista) è un nome che rimanda ad un’area, ad un’idea, ad una vocazione. A me, italiano di sinistra, Partito Democratico non dice una bella ceppa di niente, e l’unica cosa che mi ricorda è un brizzolato col sax che sta a sei ore di fuso orario di distanza. E il tramonto continua nel solo scopo di raccogliere maggiori consensi possibili: una volta venivano prima i programmi (non mi interessa rivangare il passato e non sarei un nostalgico della politica di 20 anni fa, se avessi le basi per dire che la politica è cambiata ma ha mantenuto saldi ideali e passione). Adesso vengono prima i segretari: meglio se piacioni e buoni per tutti e con tutti che schierati e definiti. La politica non si fa essendo tutti d’un pezzo, è vero. Ma non si fa nemmeno essendo massa informe e fluttuante, per raccogliere adesioni dalla famiglia Berlusconi fino alla Cinae bertinottiani, passando da Mastella, Don Milani e Casini.

Non chiedo nulla nè ho proposte alternative, ma non mi sembra eccessivo pretendere una scelta di campo decisa e definita e un programma chiaro da valutare. Cosa vuol dire “facciamo le riforme in otto mesi”? Che riforme?!?! Le rifome volute da chi? Le roforme di cui ha bisogno chi? Purtroppo anche Veltroni, fino adesso almeno, parla del nulla. E non ci sono proposte concrete, condivise, difese. Si naviga a vista. Non solo al Governo, ma anche nel PD, il che è molto peggio. La sinistra non è questo.
Così si dà vita e linfa a quella gente, come il pessimo Beppe Grillo, che cavalca l’onda dell’antipolitica per fare soldi e diventare noto. Non sono d’accordo con nulla di quello che dice Grillo, anche e soprattutto perché non propone soluzioni e quelle che propone non sono attendibili e attuabili. Finchè ci sarà un tipo di politica come quello a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, però, Grillo avrà ragione. Se non altro, avrà ragione di esistere. Vent’anni fa, non ce l’avrebbe avuta. E questa, sì, è nostalgia.

Qui sotto troverete altre tre opinioni. Opinioni autorevoli, poiché chi scrive con immodestia questa rubrica ritiene autorevoli i loro autori (e scusate il gioco di parole). Tre opinioni diverse di un elettore di sinistra deluso, di un elettore di sinistra fiducioso, di un elettore di centro-destra illuminato (ma nero di carnagione). Su vari argomenti, dal perché e dal come di queste elezioni a quello che potrà rappresentare in termini elettorali (altro argomento interessante che non ho trattato poc’anzi) il neonato Partito Democratico. Perché è dal confronto che nascono le idee, non dall’omologazione. E non sono per niente d’accordo con Franceschini quando dice, rivolto al centro-destra “ora fatelo anche voi”, riferendosi alle Primarie. Ognuno ha le sue idee, ognuno ha la sua interpretazione della politica, a ognuno la libertà di fare le proprie scelte e di decidere un campo nel quale schierarsi. E come schierarsi, con limpidezza e dando certezze ai propri elettori. Ecco, è questo che a noi, nel 2007, manca, credo. Mancano le certezze.

A voi.

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E' nato il Partito Democratico. E io ora posso asciugarmi le lacrime. Già perchè l'unica considerazione che mi va di fare oggi è più sentimentale, più sociale. Le analisi politiche sono ormai all'ordine del giorno e lasciano il tempo che trovano. L'unica cosa certa è che ora il mio mondo, quello in cui sono nato, quello in cui sono cresciuto è finalmente morto. Dico finalmente in un misto di delusione e speranza. La delusione per come impotentemente ho visto logorarsi i sogni dei miei genitori e la speranza della consapevolezza che i sogni sono tali perchè non muoiono mai.
Comunque sia il processo è finito. Lo ha iniziato Achille Occhetto quasi 20 anni fa; quando io ancora giocavo con i soldatini, ma sapevo già cosa era il Partito e cosa significava per chi mi stava intorno. Lo ha continuato prima D'Alema poi Veltroni e infine Fassino quando tutto già era trasformato. Quando tutto non era più come prima. Ammainate tutte le bandiere, rinnegate le idee, trasformati i sogni in utopie, oggi non restava che l'ultimo passo: staccare la spina alla sinistra italiana, uccidere la storia del socialismo europeo. No non sono drastico. Per chi non è cresciuto in certe regioni, ma soprattutto in certe case e in certe famiglie, non è facile da comprendere. Ma è la pura realtà. Oggi il mondo della sinistra italiana muore per lasciare spazio a due mondi diversi.

Il primo è quello del PD, di Veltroni e di tutti quelli che amano chiamarsi riformisti. Alcuni, non tutti, dimenticandosi spesso e volentieri da dove nasce in Italia il riformismo. Un mondo appena nato, in divenire. Ricco di speranze per il futuro del paese e dell'Europa. Un mondo nuovo? Forse non tanto, o non così tanto come quei tre milioni e mezzo di cittadini spererebbe. Già, perchè in fondo, il PD è l'unione fisica e politica di DS e MARGHERITA. E a chi mi dice che non sarà così, rispondo vedremo. Vedremo chi sarà seduto nell'Assemblea Costituente, quante saranno le cariatidi della Prima e Seconda Repubblica e quanti i rappresentanti della Società Civile. Vedremo. Ma il problema in fondo non è tanto questo, ma se chi siederà su quegli scranni saprà rispondere alla voglia di cambiamento che porta la firma di quasi quattro milioni di persone. Per quanto mi riguarda, qualunque sarà la risposta non è sicuramente quella che sto cercando io. Ecco perchè non sono andato a votare per la nascita del PD.

Perchè per quanto possa essere d'accordo sul fatto che il PCI era destinato a cambiare, sul fatto che Rifondazione purtroppo non è e da sola non sarà mai la risposta per il futuro del nostro paese, io rimango e rimarrò sempre comunista: e la firma sulla condanna a morte dei miei sogni non posso metterla.

Così entro a far parte dell'altro mondo. Quello della delusione e della speranza, come dicevo. Fatto da quelli che non possono rinnegare il passato perchè è sul passato che da sempre si costruisce il futuro. Quelli che non possono ammainare una bandiera se per quella bandiera c'è chi ha versato il sangue della sua vita. Quelli che non possono cambiare il proprio nome, perchè quel nome gli ricorda sempre chi sono anche nei momenti più bui. Quelli che la Resistenza non è solo una cartolina sbiadita di quasi un secolo fa, ma un valore che non si svende per un libro. Quelli che credono che un altro mondo è possibile. Il mondo di chi ha sempre creduto e crederà sempre che socialismo significa solidarietà ed uguaglianza. Il mondo di chi ritiene che lavoro, istruzione e salute siano i primi diritti inalienabili dell'uomo. Il mondo di chi pensa che sia l'individuo a doversi mettere al servizio della società e non il contrario. Il mondo che forse non vedrò mai, ma che con ostinazione continuerò a sognare ogni giorno della mia vita. Auguri PD, oggi prendiamo due strade diverse. Con affetto. Un compagno.
Sandro Papotti
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Una fede incrollabile. Tre milioni e mezzo di persone con una fede incrollabile e due remote speranze: un grosso partito coerente nelle sue radici e nel suo agire, che faccia saltare il (saltin)banco Berluscioniano e che ammorbidisca la posizione dell'opposizione di sinistra. Si tratta di fede incrollabile perchè ciò difficilmente succederà. Radici e coerenza non vanno di moda, oggi.

La destra italiana dimostra ormai da anni di essere composta perlopiù da personaggi discutibili, ma di possedere una strategia comunicativa in grado di abbattere qualunque avversario (grazie ad un opera di continua delegittimiazione riescono a far credere che questo governo sia illeggitimo, sia allo sbando, che per il bene pubblico debba cadere, quando dopo 5 anni di governo allucinanti appare chiaro che l'unico male dell'Italia potrebbe essere un'altra legislatura Berlusconiana).

La sinistra 'estrema' italiana dimostra a sua volta, giorno dopo giorno, di non avere a cuore l'Italia, ma solo sè stessa, la sua base e le sue idee datate, la sua visione del mondo inconciliabile con l'oggi e con il domani.

Di fronte a questo stato di fatto, fermo, indialogabile, ottuso, sabbioso, ogni parto non può che diventare una nuova forma di vita handicappata.
Credere è sempre più difficile. Le pseudo rivolte del parolaio di turno (vedi quel quaquaraqua di Grillo) plausibili, e plausibile il fatto che trascinino milioni di persone nella propria ottica comprensibile. Ciao ciao Fede, non la mia certo.

Nonostante tutto sono andato a votare perchè credo fermamente in una nuova creatura. Perchè credo nella politica. Perchè, da quando voto, ho sempre creduto e credo che le persone giuste e competenti per Governare stiano da questa parte. In questo centro-sinistra. E ottusamente credo che, nonostante tutte le avversità (conseguenze della legge elettorale in primis), in questi due anni di Governo abbiano ottenuto tanto, quasi il massimo di ciò che gli è stato 'permesso'. E voglio credere che questo PD diventi davvero una partito moderno, nuovo, fresco. Vedo e voglio vedere in questo Veltroni il Clinton nostrano. Voglio dargli fiducia. E, inaspettatamente, più di altri 3 milioni di persone vogliono e hanno ancora la voglia di dare fiducia a Walter e al Piddì.
Manuel Armaroli
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Le primarie del Partito Democratico che si sono svolte domenica scorsa sono certamente un fatto apprezzabile, poiché consentono al cittadino di essere parte integrante del meccanismo di scelta del leader e (in parte) della struttura dirigenziale di un partito.
Inoltre, il giudizio su tale iniziativa è positivo perché potrebbe condurre anche la destra sulla strada di un maggior coinvolgimento della società civile nei meccanismi di formazione dei partiti, rendendo anche gli elettori della CdL partecipi di pratiche che, per il momento, rimangono ad esclusivo uso e consumo delle dirigenze dei partiti.
Accanto a queste osservazioni di carattere positivo, mi soffermo però su quella che potrà essere l’effettiva utilità della creazione di un nuovo partito unitario in termini di voti alle prossime elezioni. Da quanto si evince dagli attuali sondaggi, pare infatti che il neonato PD raccoglierà più o meno la somma dei voti degli “ex partiti” DS e Margherita e, pertanto, alle prossime elezioni si prospetterà nuovamente il dilemma che da quasi 15 anni affligge la sinistra “riformista”: correre da soli e andare incontro ad una probabile sconfitta (visto che FI conta da sola gli stessi voti, se non di più, del PD) o allearsi con i partiti neo comunisti e giocarsi la partita, pagando però lo scotto (mai tanto evidente come in questi mesi) di una difficile governabilità? A mio avviso, vista l’esperienza travagliata e immobilista di questo governo, il futuro PD ci penserà con molta attenzione prima di allearsi nuovamente con RC, PDCI e Verdi.
In conclusione, posto che le primarie del PD rimangono un fatto indiscutibilmente positivo, ritengo che la formazione di questo nuovo partito unitario non riuscirà a risolvere “il” problema della sinistra riformista, ovvero quello di dover scendere a compromessi con l’area massimalista dello schieramento per poter vincere le elezioni. Pertanto o alle prossime elezioni il PD saprà trovare un nuovo alleato (qualche scissionista dell’Udc? Tutta l’Udc? L’ Udeur?) oppure, se la CdL sarà in grado di rimanere unita come negli ultimi anni, il neonato partito andrà incontro ad una sconfitta.
Enrico Carretti
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di Alessandro Trebbi

Sono andato a votare per questo PD dopo una riflessione durata qualche mese in cui più volte mi sono detto che non vedevo nessuna ragione per aderirvi: si perchè anche io come Sandro e Alle, nasco in una famiglia di sinistra, che nei valori di quel movimento ci ha creduto fino in fondo e che ne ha sempre ispirato lo stile di vita. Questi valori hanno accompagnata anche la mia: la Resistenza, le lotte di piazza,le rivendicazioni dei diritti sociali, sono ideali che ho portato e porterò sempre con me. Se mi fossi soffermato su questo pensiero, per certi versi nostalgico, non sarei dovuto andare. Invece sono andato, perchè io nella politica ci credo ancora, nonostante ladri e buffoni che la costellano: credo che questo nascente PD possa dare una sferzata alle riforme, e perchè no, in termini molto più pratici una certa stabilità di governo fin'ora solo sperata e mai concretamente realizzata. Sono andato a votare PD anche perchè la formazione in cui ho sempre creduto (il PDS prima, i DS poi) non esiste più e anche perchè, per come la penso io, avevo solo due alternative possibili: o credere in questo nuovo schieramento o, alle prossime politiche non recarmi a votare. Si perchè, e lo dico da persona di sinistra, non potrei mai dare il mio voto a RC, che non vuole il bene del paese ma basa tutto sul proprio tornaconto politico: l'ostuzionismo che applica ad ogni azione di governo è una cosa per me inaccettabile, non è certo metttendo dei paletti che si progredisce e si miglorano le cose. Auspico quindi che questi 3 milioni di persone siano la spinta necessaria verso la strada, lunga e intricata, delle riforme - Stefano Ricchetti - 20/10


Sona andata a votare perchè penso che realisticamente il Partito Democratico sia l' unico strumento possibile, ora, per una nuova politica che sblocchi l' Italia dalla brutta situazione in cui si trova. Il realismo è indispensabile per dare concretezza ai nostri ideali e per dare inizio a quella "nuova stagione" di cui parla Veltroni. Credo però che sia necessaria una riforma elettorale per evitare in futuro altre frammentazione all'interno dei partiti come quella che sta mettendo in ginocchio la sinistra in questo momento. Il problema quindi per me non consisteva tanto nel dare o meno la fiducia al PD andando a votare, ma nel come funzionerà questo partito e quali politiche farà. (Fatti e non pugnette!..scusate il gergo...) - Piace - 21/10


Mancano le certezze e le idee chiare. Certo, e sfido tanti ad averle in un mondo dove si sentono tutti predicare tutto e il contrario di tutto. Ma ci tengo a precisare fin da subito che quello che unisce il nuovo PD sono i valori della resistenza e dell''antifascismo. E per stare più sul concreto lo Stato Sociale che si è sviluppato nell'?Europa Occidentale tutta (almeno fino alla Manica) nel dopo seconda guerra mondiale, che trova la sua rappresentazione più alta nella nostra costituzione italiana.
Premesso ciò, io il 14 ho partecipato, orgoglioso come tanti altri delle mie radici comuniste e del grande contributo che possiamo dare. Certo Alle, con tutti i mal di pancia del caso. Questa elezione non sarà l'espressione più alta di una somma democrazia, ma per lo meno dovrebbe rappresentare un forte segnale verso il superamento di tutte quelle divisioni e frammentazioni partitiche (e aggiungo sociali) che stanno dividendo sempre più il nostro Belpaese. Rinunciare al proprio potere politico è avvenimento assai raro e le persone credono in questo forte segnale. Buoni e coglioni? Generosi e coraggiosi per fortuna. Di furbi ce ne son già fin troppi..
Da Moro e Berlinguer son passati anni, e dalla nascita dell?Ulivo altri anni. La direzione era chiara da tempo. Così come le alleanze. Se si vogliono fare le
riforme bisogna tornare a tavoli di discussione e non alla contrattazione (nel senso più brutto del termine) con ogni singolo senatore perché ha preso 10 mila voti chissà dove. Ma scherziamo? Poi ci lamentiamo che uno prenda le bustarelle? Due parole sulle riforme: Maggioritario (l'abbiamo voluto? Almeno che il sistema ci assomigli), Europa, Federalismo regionale e Senato eletto dalle regioni. Una parola per Grillo: sembra un fascista. Ditemi se uno può dichiarare che dal 1943 non è cambiato nulla. Ciao Alle - Giova - 21/10


Ciao, sono comunista, comunista=ideali di solidarietà, giustizia sociale e libertà! Non certo il comunismo sovietico e stalinista! Sono andato a votare, portando con me mio figlio di 1 anno, perché il voto è democrazia e perché il futuro è fatto di confronto e dialogo, non certo di arroccamento su posizioni estremistiche e minoritarie (vogliamo parlare dei diritti di chi è già in pensione da anni, magari da quando aveva 45-50 anni, e di diritti di chi ci andrà tra 15 anni e oltre?!?!). Sono cresciuto in una famiglia di sinistra, che ha sempre lavorato e partecipato, anche per gli altri, per i diritti della collettività. Non mi va di lasciare questi argomenti alla destra e sopratutto a Berlusconi, che, come tutti ben sanno, e cresciuto in una famiglia partigiana svizzera!?!?, che è l'esponente di quelle classi che difendono il loro lussuoso benessere. La fusione delle anime sociali della sinistra e del centro è il futuro, anche se il nome "Partito Democratico" fa, lasciatemelo dire, letteralmente "cagare"!!...cosa significa partito democratico!?!?!? - CCCP - 22/10

L'sms di Alle Trebbi diceva la verità: sul sito pallavolistico della Villa c'è una anteprima molto interessante che parla di politica. La cosa ha destato in me molta curiosità e, appena ho potuto, mi sono letto ogni singola parola pubblicata. Leggendo tante opinioni è venuta voglia anche a me di scrivere un paio di considerazioni:

1) GRAZIE ALLA PALLAVOLO - E' davvero bellissimo che nel sito della pallavolo villadoriana si parli di politica. In quanto villadoriano ne sono davvero fiero. Credo che discutere liberamente e costruttivamente della "cosa pubblica" in uno spazio solitamente riservato allo sport e al divertimento sia una risposta importante a tutti coloro che accusano gli under 30 di essere una generazione X senza idea, menefreghista, superficiale e fuori dal mondo. Credo inoltre che non ci si debba stupire se proprio nella pallavolo ci sia maggiore spazio per parlare di politica. Tanti altri sport molto più ricchi e celebrati (es.calcio) forse attualmente non hanno le condizioni umane e morali per essere in grado di discutere ti tali cose.

2) VOTO PD PERCHE' CREDO NEL PROGRESSO - Si parla di Partito Democratico, si parla insomma dell'ultima trasformazione del Partito Comunista Italiano. Il PCI dopo l'89 è diventato PDS, poi Ds e ora PD. Molte cose sono cambiate. Dall'89 in avanti ci siamo chiamati comunisti (all'italiana, quindi comunisti democratici e non rivoluzionari e inclini alla dittatura come in URSS, Cuba e Cina), socialisti, socialdemocratici e democratici. Su queste etichette sono state scritte migliaia di parole e di opinioni, perciò io non ne aggiungerò altre. Quello che voglio dire è però che, esattamente come ha già segnalato qualcuno in questo sito nei commenti arrivati prima del mio, non è importante il simbolino o il colore di riferimento, bensì ciò che un partito fa. Il Partito Democratico è e deve essere un partito di sinistra in quanto partito di progresso. Il PCI era un partito di progresso, rifondazione e il resto della sinistra ideologica-radicale non lo sono. Il PCI era il partito di chi aveva studiato e di tutti quelli che erano deboli: rifondazione e il resto della sinistra ideologica-radicale non lo sono attualmente. Io, come tanti altri, crederò nel PD, esattamente come ho creduto ai Ds fino a quando vedrò una spinta progressista nel PD.

3) IL PD COME LA NOSTRA EMILIA ROMAGNA - In molti concordano sul fatto che, nella nostra regione e nella nostra provincia, la tradizione politico-civica ha già dato vita al Partito Democratico almeno da 20. Quando parliamo di utilità del Pd dunque è normale che agli occhi di noi modenesi risulti inutile questo cambiamento. Noi già da tempo facciamo le primarie (es. sindaco e ultimi parlamentari per il 2006), da tempo immemorabile ci preoccupiamo di "fare sistema" con tutti, ma prorpio tutti, da tempo immemorabile le istituzioni funzionano meglio che nel resto d'Italia. Detto questo ricordiamoci che l'Emilia e Modena non sono come il resto d'Italia. In tante regioni d'Italia i Ds non superano il 10 %. Senza peso politico non si possono fare scelte di progresso al governo.

4) IL PD PARTITO DI POPOLO- Io sono convinto che chi scriva su questo sito dedichi la propria vita quotidiana, ovviamente in percentuale diverse, ad attività che fanno bene alla collettività.Alcuni esempi? Parto dallo sport e dalle attività ricreative, passo per l'associazionismo culturale/sociale ed arrivo fino al volontariato ambientalista oppure di appoggio al disagio. Detto questo, credo che in molti possano capire quello che sto per dire: io credo in un Pd che sia partito di popolo, cioè che abbia funzione civica, esattamente come lo ebbe il PCI emiliano-romagnolo. Il Pd deve avere lo stesso spirito che hanno i militanti volontari che montano le feste de l'unità per la loro città, indipendentemente dalla fede politica dei visitatori. Il Pd, per dirla in una parola, deve essere partito di popolo. Cosa che Rifondazione, i Comunisti Italiani, il Manifesto e Liberazione non sono attualmente.

5) LAVORARE e CREDERCI - Se c'è una cosa che ho imparato da segretario della Sinistra Giovanile è che una qualunque organizzazione politica è fatta di persone che si impegnano e che disegnano a propria immagine e somiglianza la "mission" e le forme organizzative con cui perseguire tale mission. Per scendere nel concreto, se uno fa il segretario della Sg, oppure il presidente di una cooperativa sociale, o il presidente di una galleria d'arte decide come si lavora, per cosa si lavora e con chi si lavora. Questa massima di fondo vale anche per il neonato Pd, in particolare in questo momento di transizione. Lavorare e rimanere nel campo di gioco per indirizzare il Partito Democratico verso ciò che ognuno di noi ritiene "di sinistra".

6) AUGURIO E PROPOSTA - Spero che Alle e gli altri splendidi ragazzi della pallavolo villadoriana e modenese continuino a parlare e a confrontarsi sulla politica utilizzando questo medium e altri. Una proposta finale potrebbe essere questa: perchè non discutere di queste cose anche dal vivo? Non è per me certo una cosa nuova, soprattutto da un anno e mezzo a questa parte. Come tanti altri che lavorano con me sono super disponibile, sia per quanto riguarda il piccolo ruolo politico che mi compete sia per quanto riguarda il mio lato personale.

Saluto e ringrazio ancora il sito villadoropallavolo.it

Giulio Guerzoni - 29/10