ultimo aggiornamento: 15/10 17.00
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Un breve e laconico commento al campionato del mondo appena trascorso. Cui mi piacerebbe i pallavolisti che a frotte popolano e visitano questo sito, dessero il loro contributo.

Già, proprio così. Nella settimana che lancia i campionati di tutto il mondo conosciuto da noi modenesi ed emiliani e toscani e altro, vorrei soffermarmi sui piani alti e capire perché. Il perché a una questione molto semplice. Come mai il livello della pallavolo è calato così mostruosamente. E non parliamo soltanto della pallavolo italiana, dove il calo era prevedibile e immaginabile, dopo tutto quel bendiddio che per oltre un decennio ci ha deliziato occhi e mani (eh sì, perché io e Ugolini, Cantagalli e Giani li abbiamo murati a ripetizione). Parliamo di tutto il movimento a livello mondiale, che ha come miglior espressione del suo gioco uno schiacciatore che di nome fa Murilo Endres e come indiscusso protagonista un formidabile atleta cubano. Diciassettenne.

La riflessione mi è nata subito dalla visione di Italia-Stati Uniti. Partita tra potenze mondiali, perché si voglia o no, gli USA sono campioni olimpici da due anni, e l’Italia a quelle stesse Olimpiadi è arrivata quarta. Senza autostrade. Due top team, insomma.
Ecco, in Italia-Stati Uniti il campo era pieno zeppo di ben due giocatori che sapevano giocare davvero al nostro sport: Cernic da una parte (per altro partito in panchina) e Priddy da quell’altra. Due martelli vecchio stile, uno molto tecnico, l’altro più atletico, che schiacciavano variando i colpi, battevano in salto con costanza e in diverse zone del campo, muravano composti e si sapevano muovere bene in difesa: non dei Fenomeni, ma sicuramente giocatori completi e solidi.
Che, forse per caso, hanno fatto la partita. Nel resto un opposto di sicura grandezza come Stanley, opposto classico e picchiatore, nulla di diverso dai Zorzi e Despaigne: quindi fin qui tutto bene. Un altro opposto che sembrava un ex picchiatore, Fei, delle cui qualità in carriera però non discutiamo. E una serie di giocatori più o meno bravi che contro la generazione dei fenomeni o il Brasile del 2004 avrebbero vinto sì e no dieci scambi in tutta la partita.
Appoggi approssimativi, alzate sbilenche dall’una e dall’altra parte, servizi out, difese facili non tenute, attacchi a occhi chiusi contro il muro molto più spesso di quanto non pensiate… Insomma, in soldoni, togliendomi la maglietta del tifoso, una gran brutta partita. Combattuta sì, emozionante, al cardiopalma, da far sudare. Ma brutta, proprio brutta. Come brutta è stata Serbia-Cuba, o Italia-Brasile. O la stessa finale.

Il calo del livello e della spettacolarità del gioco è dovuto a varie cause che vanno tutte a confluire in un bacino grande che è uno spaventoso calo tecnico. Lo sport è bello quando i suoi gesti sono interpretati bene. Mi spiego: nessuno di noi critica Inzaghi Filippo (che personalmente vorrei prima punta di tutte le squadre che ho tifato), ma nessuno di noi direbbe mai “che spettacolo, ho visto ancora un’altra partita di Inzaghi”. Lo diremmo dei Baggio, dei Del Piero e dei Totti dei bei tempi. Di Maradona. Ma anche di Bruno Conti o di Antognoni, meno celebrati. La spettacolarità allo sport la danno i bei gesti tecnici, il movimento eseguito bene, la lotta a invenzioni e intuizioni. Anche nella pallavolo. Alcuni esempi? Quanti di voi hanno guardato incantati il braccio di Cantagalli, quando andava a cercare la parallela? Quanti di voi hanno osannato Bernardi per la varietà dei suoi colpi? O Kiraly per le sue mirabili imprese in seconda linea e il suo trovare le mani del muro in attacco? O, venendo ancora più vicino, quanti di noi sono rimasti a bocca aperta al PalaPanini davanti a Bas Van de Goor, spilungone di due metri e zero nove, per come riceveva bene e schiacciava la pipe, da centrale? Quanto erano pulite e belle le alzate di Fabio Vullo, di Mauricio, di Fefè?

Perché non ci esaltiamo più di fronte al volley di questi anni? Semplicemente perché è più brutto.

Quali le cause? Sicuramente, almeno per me, quattro, quelle regolamentari. Quelle che sono servite a rendere più televisivo lo sport volley, che l’hanno fatto diventare più fisico ma che, secondo me l’hanno notevolmente abbrutito. Con una t sola.
Le metto in ordine secondo me di importanza.

1) L’introduzione del libero: prima di questo, c’erano solo due giocatori su sei che dovevano preoccuparsi di un solo fondamentale, principalmente. L’opposto dell’attacco, l’alzatore del palleggio. Gli altri sapevano fare tutto. E lo facevano bene. La battuta di Despaigne alla giornalista Rai prima della finale (“Cuba dovrebbe difendere lungo in posto sei, come fece Lucky contro di me nella finale del ‘90”) ci fa capire quanto completi fossero i giocatori, da un punto di vista tattico e tecnico. Non cento anni fa, venti, dodici. Venti anni fa un centrale difendeva la bordate dell’opposto più potente del mondo. Poi è arrivato il libero, sublime specialista della seconda linea e io sono il primo a spellarsi le mani alle difese di Ricchetti, alle ali di pollo di Bergianti, alle percentuali mostruose in ricezione di Pippi. E dirò di più: da un punto di vista “sociale” il libero ha consentito anche ai bassi di accedere ai piani nobili di un volley destinato ormai solo a boscaioli sopra i due metri. Però ha deresponsabilizzato almeno tre ruoli, i due centrali e la seconda banda, la banda non-ricevitrice. Ha creato specializzazione estrema. Tant’è che spesso e volentieri, bande e centrali nati e cresciuti pallavolisticamente dopo l’introduzione del libero, non sanno alzare o appoggiare, né tantomeno difendere se capita nel loro giro di battuta. Adesso i Sala e Birarelli, i Rodrigao e Simon, non saprebbero assolutamente fare quello che fece Lucchetta con Despaigne. E, ahimè, si vede. Il volley è più sporco, quindi, meno perfetto. Anche perché la perfezione serve meno, quando puoi alzare un campanile a una bestia di due metri e dieci per cento chili che spesso e volentieri la mette giù, tirando senza guardare. Ma questo porta lo spettacolo ad essere meno bello e gli allenamenti anche, perché parte dagli allenamenti la scarsa capacità tecnica nei fondamentali non di competenza degli “specialisti” del centro, delle ali o degli altri ruoli.

2) Il permissivismo degli arbitri: che cambia per le categorie, e incredibilmente cambia in peggio salendo. Sono rigidi gli arbitri di serie C e B sulle doppie, sulle accompagnate, sui falli in generale. Giustamente. Ma incredibilmente, laddove si dovrebbe pretendere perfezione, lasciano correre praticamente tutto. Mi spiego: logica vorrebbe che un palleggiatore di serie C sia più scarso rispetto a uno di serie A1, indi per cui forse bisognerebbe perdonargli qualche doppia in più. Invece accade il contrario. Non dovendo più ricercare la perfezione (un tempo l’arbitraggio era molto più rigido, ma poi forse i commercianti dello sport hanno insinuato che fosse poco televisivo e incomprensibile ai neofiti il fallo di doppia o di accompagnata), gli alzatori sono più approssimativi. E anche qui, comunque, la tecnica di palleggio spesso passa in secondo piano, rispetto all’efficacia al servizio o a muro. Una bestemmia, per chi come me, ama il gioco pulito e fantasioso. Il Vermiglio dei mondiali e tutti i palleggiatori che ho visto (escluso il sommo Nikola, che ahimè smetterà presto) mi sono sembrati assolutamente al di sotto di quello che ci si dovrebbe aspettare ad un mondiale.

3) Il net al servizio: altro vantaggio per i frigoriferai. Da quando il net non è più fallo, in battuta, e si può battere da tutta la linea dei nove metri, ormai l’avvio del gioco è diventato un tiro al bersaglio. L’esempio? Russia-Bulgaria, semifinale per 5°-8° posto. 22-21 Russia, va al servizio Kaziyski: due ace e un mezzo ace, trasformato nel rigore di Yozifov. 22-24. Errore al servizio. 23-24. Va in battuta Muserskiy per la Russia: tre ace. 26-24. Fine set. Ho visto sei splendide lavatrici, più una che si è spenta out di un niente, aveva insomma un piccolissimo difetto di funzionamento. Ma non ho visto pallavolo.

4) Il Rally Point System: in tutto questo, credo che il Rps sia il male minore. Nel senso che la fase cambiopalla è rimasta la fase cambiopalla, la fase punto idem, semplicemente si sono accorciati i tempi dei set e quindi bisogna cercare la “fuga” il prima possibile per vincerlo e certi svantaggi non sono più recuperabili se non appunto con grandi serie al servizio o imbarcate clamorose degli avversari. Ma credo che se modificassimo le tre regole precedenti, il rally point system potrebbe sopravvivere senza essere troppo un danno.

Fine della requisitoria. Ho parlato da spettatore di volley, non da giocatore: perché sulla tecnica avrei ben poco da parlare, se non per il palleggio. Sono curioso di sentire altri pareri, se volete. Intanto vi lascio due post scriptum.

P.S. 1: Se mai l’Italia ospiterà un altro evento di questo livello, beh, credo che Modena meriti un trattamento migliore. Il tutto esaurito del palaPanini per la finale 5°-6° posto, o i 3.000 e oltre di Russia-Camerun, dimostrano quanto la nostra città sia devota allo sport della rete. E quanto meritasse partite più importanti, in questo mondiale. Speriamo che dai piani alti ci tengano in considerazione con più intelligenza, magari per il mondiale femminile del 2014 che passerà sicuramente anche da qui.

P.S. 2: l’Italia. Più del quarto posto non era lecito aspettarsi.
Perché in autostrada guidare è più facile, ma quando esci dal casello ed entri in pista sul serio, lì il manico e il mezzo bisogna averceli, in tutti i sensi. Ecco secondo il mio umilissimo parere un po’ è mancato il manico, oltre ovviamente al mezzo. Nel senso che quella di Marra mi pare (e mi pareva anche prima del mondiale) scelta sì nuova ma molto discutibile: non è detto che tutto il nuovo sia bello, e un libero deve anche saper ricevere molto bene e Marra ha balbettato spesso e volentieri. Inoltre non ho ben capito perché sia contro gli USA che contro il Brasile, per far posto giustamente a Cernic (che doveva entrare), sia sceso sempre Parodi e non Savani. Partite come queste le risolve il talento, e Parodi, pur in difficoltà in entrambe le occasioni, ne ha di più di Savani (che comunque, per me, per le sue possibilità ha giocato un gran mondiale). Forse Parodi avrebbe avuto anche più spensieratezza, dovuta al fatto di aver già vinto qualcosa da migliore in campo in partita secca e dalla consapevolezza di avere prove di appello che Savani, forse, non avrà. In più Sala per Birarelli si è dimostrata una scelta errata, col Brasile. Detto ciò, Anastasi non aveva il materiale umano per contrastare un Brasile comunque molto sotto quello di 5-6 anni fa. E dico questo solo perché ho visto Murilo a Modena per tre anni. E adesso il leader del Brasile è proprio lui, Murilo! Una volta era Giba. Potrei anche dire che il libero era Sergio e ora è Mario, quello del bar di Ligabue, che al centro c’era Gustavo e ora George Lucas, e tante altre cose… Ma come vedete non le dico. Perché sono rammaricato: di come stia l’Italia, di come stia il volley.
Il problema dell’Italia è che forse questo materiale non ce l’avrà nemmeno tra quattro anni. Ma su questo sono più tranquillo.
Perché tra quattro anni es el tiempo de Cuba!!!
Così, ingenuamente, spero ancora che si possa conquistare il mondo con un ragazzino, con un sogno, e senza computer. Così…

di Alessandro Trebbi


Hai gia' scritto tanto e bene te che non aggiungo altro se non concordare in pieno punto per punto!! E forse bisogna che qualcuno inizi a preoccuparsi davvero e non solo... a parole!! Simone T - 12/10


Caro Trebbi condivido tutto aggiungerei se ti fa piacere qualcosa di mio: Sull'Italia: Ci sono anni che fenomeni non ne nascono e bisogna fare con quel che c'è. Le bande italiane sono leggere assai, l'unico veramente peso Zlatanov non c'era e il nuovo, ex palleggiatore l'ha fatto giocare poco, Cernic bravo quanto vuoi alla lunga fa fatica; l'opposto titolare finito per quei livelli, quello di riserva, seppur forse quando è entrato più efficace di Fei, è sempre il peggiore di tutti gli altri opposti compreso quello tedesco (solo cuba ha due opposti mancini uno peggiore di quell'altro) e per come si gioca oggi gli opposti sono fondamentali. Vermiglio ha finito la benza, Travica è giovane (ma lo avrei rischiato); i centri, Birarelli non tira una palla e Sala a muro spesso si perde come si perdono entrambi assai spesso in battuta; solo Mastrangelo è ancora all'altezza. Il libero è stato un errore grave del ct. Su Cuba: non sono sicuro che saranno il futuro primo perchè alcuni scapperanno come hanno fatto i loro predecessori e quindi non giocheranno più in nazionale, secondo perchè devono disciplinarsi, è inutile infatti che prendano la palla a 5 metri d'altezza se poi non sanno essere compatti e precisi a muro, se vanno a difendere dove non serve, ricevono con i braccialetti colorati in mezzo alle gradinate e in battuta non buttano la palla di là. Sul Brasile: non mi è sembrato invincibile però ha un opposto immarcabile al momento, ha dei giocatori compreso Murilo (che a Modena come Ricardo e Sidao) non è che abbiamo fatto sfracelli, ma che quando vanno in nazionale si trasformano, compreso Rodrigao che sembra pinocchio da come è rigido. NON SBAGLIANO MAI!Errori punto ne fanno pochissimi e ricevono bene tutti soprattutto il libero che cambia nonme ma è sembre esageratamente forte. Su gli Usa: Stanley è un animale salta e picchia come un fabbro ma spesso tira dritto per dritto e nel momento difficile della partita si perde cosa che non fanno Vissotto o Kazinsky e quando sta bene il serbo (al quale io farei l'antidoping sul serio perchè mi pare diventato di molto ma di molto gonfio), l'alzatore è scarsino oppure ha giocato male e di conseguenza anche il gioco ne ha risentito. Il quarto posto non è assolutamente da buttare eravamo a mio parere più deboli del Brasile e anche della Serbia, con Cuba ci si poteva giocare ma forse Russia, Polonia e Bulgaria ci avrebbero buttato fuori prima. Vedi di non retrocedere quest'anno altrimenti al mio amico Robertone Bicego viene un infarto. Saluti Nicola Giorgetti - 12/10


Puoi sempre andarci tu trebbone!!!! Scherzi a parte è un peccato davvero.Per il centro oggidì basta prendere un taglialegna siberiano di 2,20 e vaffanculo, chi lo prende più... La tecnica è un reperto archeologico al giorno d'oggi...e lo dico da centrale di serie C alto 1,94 che di tecnica ne ha zero e che proprio per questo vorrebbe vederne almeno un po' AI MONDIALI. Intanto noi continuiamo a giocare per passione! - Federico - 12/10


il basso livello è stato quello delle finali 1/4: altre partite invece sono state di alto livello (es Brasile-Cuba fase eliminatoria o Cuba-Bulgaria 3rd round) basso livello dovuto all'Italia (che era lì x regalo) e a Cuba che in finale si è cagata addosso (forse i giocatori stavano già pensando a come trattenersi in italia...). Non sono d'accordo sul fatto che il livello sia calato: sicuramente il gioco si è più specializzato (non esistono più gli "universali"), ma IMHO lo spettacolo è aumentato...con difese spettacolari (aiutate anche dall'evoluzione delle regole). Inoltre il gesto di ogni fondamentale sarà sicuramente meno tecnico rispetto al passato, ma decisamente più spettacolare (es doppie permesse x alzare es. da 1 a 4, palleggi ammessi anche se ferri da stiro, primo tocco depenalizzato, circolare dello spettacolo etc...). Riguardo alle doppie ribadisco il mio pensiero: il palcoscenico internazionale deve essere da esempio x TUTTI i campionati!!!!! - Rolando - 13/10


Che dire di più? Credo che tutti noi che abbiamo amato e, nonostante tutto, continuiamo ad amare questo che, a differenza di altri (vedasi cosa è successo a Genova ieri sera, tanto per citare un esempio) si può ancora chiamare "sport", siamo perfettamente d'accordo con quanto scrivi. Non c'è molto da aggiungere. Io mi limito solo a sottolineare quanto sia d'accordo con te su quello che dici al punto 2: ho allenato negli ultimi sette anni nel regionale ed è da sette anni che combatto battaglie infinite (e perse in partenza) con gli arbitri proprio per quanto riguarda il metro di giudizio sul palleggio confrontato con quello adottato dagli arbitri di serie A o internazionali. Se penso che quest'anno alleno una prima divisione mi viene freddo...
Trovo anche io che giocatori/trici professionisti che si allenano due volte al giorno e che sono pagati fior di quattrini per fare quello che per loro è un lavoro debbano essere perfetti nel palleggio (come negli altri fondamentali) e che a loro non debba essere perdonata una virgola, mentre giocatori di livelli inferiori devono poter commettere e deve esser loro perdonato qualche errore, perchè altrimenti probabilmente giocherebbero più in alto...
Ho paura che questa, però, sia una guerra persa fin dall'inizio, perchè a nessuno importa se una partita di serie D viene interrota 50 volte per doppie o pseudo tali di una palleggiatrice, mentre pare che non si possa interrompere così spesso una partita di serie A per non danneggiare lo "spettacolo"...io però, tutto sto spettacolo non riesco più a trovarlo in una partita di alto (???) livello - Sandro Sassi- 13/10


Chissa come starà il mondo del volley al FUORI ORARIO, VENERDì SERA CON LA NOSTRA SANGRIA... - Ricky - 13/10


Concordo pienamente su tutto quello che hai detto......forse perchè facciamo parte della "vera pallavolo" che imparammo grazie a qualcuno che con pazienza ci insegno, ci insegnò la tecnica, ci insegnò come si faceva un tuffo, un palleggio piegando bene le gambe, un appoggio spingendo con le gambe, una ricezione (una volta solo in bagher....e doveva essere pulito anche quello). purtroppo allenatori di questo tipo si fa fatica a trovarne ed anche loro "giustamente" non spendono tempo ad insegnare cose che in pratica e con il gioco attuale hanno una importanza "minore" , ma quando poi sul 23/24 (sul filo di lana) un errore tecnico ti fa perdere il punto....è qui che stramaledici tutto, rimpiangi il passato, ti verrebbe voglia di incontrare gli "inventori" della pallavolo moderna e mandarli a quel paese......ma tu nel tuo piccolo cosa puoi fare? puoi semplicemente dare suggerimenti perchè queste cose non succedano più, puoi metterti a disposizione per insegnare cose che chi ascolta sembra dirti "ma sei sicuro che stai parlando di volle"?. Facciamoci coraggio "vecchioni".....noi abbiamo una fortuna....almeno quello che io penso di avere (forse uno dei pochi della mia generazione ancora attivi) è la conoscenza della pallavolo e forse questa è la ragione per qui sto continuando a giocare e competere con "ragassi" che hanno la metà dei miei anni. ricordiamoci una cosa.....il Rally Point System fu introdotto da quei geni per permettere di far vedere lo SPETTACOLO DELLA PALLAVOLO in TV.....voi avete notato più pallavolo? forse il non far vedere uno SPETTACOLO è anche il motivo per cui sempre meno persone pratico il VOLLEY ed io sono qui ancora a giocare......GRAZIE - Paolo Berta - 14/10


Ciao a tutti, non so se dico una cavolata, ma nel sito della Fipav vedo che al campionato Under 18 Maschile sono iscritte 6 squadre, vi rendete conto? Venti anni fa erano almeno 20, è chiaro che meno gene gioca minore sarà il livello, questo lo vedo come il maggiore dei problemi, di tutti gli sport in Italia. Saluti - Schetto - 14/10


Come sempre hai fatto una bella e dettagliata disamina dei fatti, sono concorde sul discorso del permissivismo degli arbitri (effettivamente più fiscale nelle categorie minori ...), non esiste metro di giudizio se fin dalla massima serie si lasciano andare le cose più elementari, anche perchè diventa poi difficile andare a spiegare ad un ragazzino la tecnica (ma guarda che quelli di serie "A" non fanno così); stessa cosa sul net al servizio, la si deve considerare errore!!!, come si deve considerare errore la ricezione sporca, favorevole invece alla difesa sporca (.. questa si crea spettacolo..), pensiamo poi che si lascia andare nell'indoor e si è più fiscali nel beach (roba da mat!!); per quanto riguarda il Rally point system devo dire che gli "esperti" lo hanno definito più televisivo, anche se in realtà.. ben poca roba fanno vedere ... esaminiamo i recenti mondiali, dove si sente dire sia stato un successo dal punto di vista televisivo (???) alla luce delle nuove tecnologie digitali, ma si sono accorti che per alcuni non sono manco esistiti ? Enon parlo di quelli che in tutti i modi se ne fregavano, ma di quelli che con tutta probabilità da appassionati di sport, potevano "cadere" nella tentazione di vederli. Modena ha dato una risposta decisa all'evento ed il pubblico ha risposto in modo impeccabile, culminato con il tutto esaurito delle finali 5°-8°posto.. le varie "ola" e trenini di ragazzini hanno fatto il resto, speriamo come dici tu ..che "qualcuno" se ne accorga. Ciao - Ste - 14/10


Caro Trebbi, ho letto ad alta voce ciò che hai scritto, in casa da solo, annuendo talmente tante volte che ormai il collo mi fa male. Sono un ragazzo di 24 anni, sempre stato abbonato al volley modenese, fino a circa (appunto) 12 anni fa. Questa pallavolo non mi appassiona più, da vedere. Preferisco di gran lunga andare a vedere partite dei miei amici dalla prima divisione alla B2, perchè sostengo sia un volley molto più simile a quello al quale ero abituato.Tecnico, meno fisico e sicuramente più ragionato. Ora ai massimi livelli si trovano doppie non fischiate, il net amico dei culattoni (quello purtroppo anche in 3 div) e soprattutto i 2 metri e passa di sbarramento per poter giocare in serie A o giù di li. Tutto questo e le famose bordate ad occhi chiusi, come dici tu. Non conosco quasi più nessun giocatore di questi tempi, ma nonostante la mia giovane età ricordo molto bene quelli che han giocato a modena negli anni della panini, daytona ecc.. Le cause? Le motivazioni? Importanti indubbiamente. Ma forse ora sarebbe meglio parlare di come poter fare per risollevare, almeno provarci, questo squallore. La bordata in terra fa spettacolo per colui che non conosce lo sport. La doppia non è conosciuta, per chi non conosce lo sport.. E se insegnassimo lo sport? Mi metto in prima persona io davanti a tutto il discorso, in quanto allenatore e prossimo alla laurea ISEF (si spera cazzo..) Il movimento potrebbe partire da chi insegna.. dal mister! Specializziamo? Ruoli? vedo giovanili che in under 13 specializzano. Il centrale mura e picchia. Beh.. forse l'errore e la risoluzione stanno alla base della piramide. L'insegnamento della corretta tecnica individuale DI OGNI FONDAMENTALE dovrebbe essere il punto di partenza. Mi è stato insegnato che l'obiettivo non è il bel gesto tecnico, ma il risultato del gesto. Anche se solitamente tecnica e buon risultato vanno d'accordo. Mi dispiace, ma non sono d'accordo.. e spero che la pensino come me anche altri allenatori. Se vogliamo risolvere un problema in alto.. proviamo a partire dal basso! Ti ringrazio per l'articolo, ora c'è da lavorare! - Marco Ambroz - 15/10