ultimo aggiornamento: 13/03 15.15
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UBER DAL BAR

 
 
 

Si passa dal sacro al profano in questo mondo sotterraneo del volley che soggiace all’eburnea squadra che abita il PalaPanini, foriera di acquisti schizofrenici, di cambi della guardia in ogniddove e di milioni di dollari alla ricerca de La Grande Bellezza.

Una Grande Bellezza che qui sotto, nelle segrete stanze che vanno dalla B1 alla D, è impersonata ovviamente dal Dio del Sesso, che completato il suo percorso di redenzione del mondo nei talami nuziali (operazione per altro riuscita non proprio benissimo, visto che nessuno è mai stato capace di emularne le gesta) ha da poco cambiato il soprannome. Un nuovo epiteto che gli calza come il classico Woolrich da 498 euro e I-pod Shuttle incorporato, un nome semplice e mediterraneo che ne identifica appieno le caratteristiche.
Il Shalvatore.
Così l’apostolo Vancini, nel redigere le tavole del “Vangelo, adesso secondo me è a poshto”, ha chiamato l’ex dio, al secolo e sulla carta d’identità Eugenio Ugolini. A lui sono affidate le sorti sportive di una barca che sta affondando sotto un diluvio universale di cartellini, l’arca di Manuèl sotterrata dalla sua stessa inguardabilezza, affossata dai cobra dell’empio Zacchia, dalle seconde linee sotto la rete del peccaminoso Trebbi, dalle accompagnate del goloso Nicolini, dalle shmerdate dell’iracondo Luppi, dalle cànate mancate dell’accidioso Goldoni.
Sacrilegio nel sacrilegio, un adoratore di Andrea Ferrari, ovvero un amante dell’orrido, ossia uno che sedeva impunemente su un seggiolone pur non essendo un infante (ma avendone appena le facoltà mentali, cognitive e cinetiche) ha deciso bene di estromettere il Shalvatore da ben due tappe della Via Crucis, prima tra tutte quella fondamentale che si sarebbe tenuta a Vignola tra pochi giorni. Un Briatore del cartellino ha pronunciato sabato scorso le ferali parole: “Ugolini, shei fuori”.
È stato il mezz’oddio Cacca, a compiere la scempità: ovvero il dio Bacco che dopo una ghega colossale è diventato Cacco. Ma dato che da ubriaco solo il sacerdote di S. Geminiano, ovvero Bruno Sacerdoti, è in grado di arbitrare senza fare errori, da Cacco il mezzz’oddio è diventato Cacca, viste le sue enormi caccate nell’arco dei match. E nell’estromissione dalla via Crucis non si è fermato al Shalvatore, ma ha sacrificato sull’altare rosso sangue dei suoi empi cartellini anche il dio serpente, ovvero il Cobra Inguardabile di Zacchia.
Insomma, lo scontro tra divinità di sabato a Vignola non potrà avere luogo.

Avete capito bene, c’è un altro dio in gioco. Stiamo parlando di un’entità più prosaica, certamente meno alta rispetto al Shalvatore, più terra terra, grufolante. Una divinità che nel mondo modenese è sulla bocca di tanti e nello stomaco di tutti, chiedete a Benjo Bergamini o a Biccio per credere. O allo stesso Shalvatore, che lo nomina con disprezzo tantissime volte.
Stiamo parlando di un maiale. Ma non del maiale solito. Un maiale femmina. Stiamo parlando di Peppa Pig. Teo Managlia non se l’aspettava, ma in una remota località del Piemonte, conosciuta ai più per avere allenatori che vogliono essere decapitati da Armaroli, una sparuta comunità di pallavolisti prossimi alla pensione ha iniziato ad adorarlo, dopo averne avuto visione mistica in sogno: il pellegrinaggio a Vignola è stata la logica conseguenza per ammirarlo dal vivo e tributargli gli onori. Invano i ragazzi di Ovada hanno cercato di far piangere sangue a Peppa Pig, sbagliando obiettivo e centrando gli occhi di Albo Bellei, che ha pianto sangue mandando però a fanculo tutti, senza pronunciare le frasi di pietà e resurrezione che gli ovadini si aspettavano da Peppa. Una Peppa che però sarà al suo roseo posto per difendere i colori di Vignola, sabato. Al contrario del Shalvatore.

Senza Shalvatore i rossoneri sono spacciati. Anche se dall’altra parte della rete mancherà il santone vignolese, Egi-Dio, ben meno potente, però, dell’Ugolini fattosi carne per redimere l’umanità pallavolistica. Steve Mari ha di che ridere sul serio per una volta, e insomma Peppa e il Shalvatore sabato saranno separati dal destino, un cacco-lone qualsiasi così ha voluto, alla guisa di Cassano con le Cassanate cacco ha fatto le sue solite caccate come un giuda contemporaneo che ha voluto colorare di giallo e di rosso una sfida che avrebbe dovuto avere invece le tinte dell’azzurro del cielo, dell’oro degli angeli, del bianco accecante della luce divina.

Non so se si era capito, qui sopra, sotto una sottile ma reale metafora, si parlava del prossimo derby Vignola-Villa d’oro. Azzoppato dal Giudice Sportivo. Ma assistito dagli dei del volley e dai cartoni animati. Godetevelo.

Per il resto, che dire, compagni miei di viaggio?
La mia Mirandola ahimè sta abbandonando la lotta di frontiera, nemmeno Telespalla Ghelfi riesce più a sostenerla di peso (anche perchè non è che Prato sia proprio leggerissimo, menchemeno il culturista Borghi, ormai enorme dopo sedute di pesi doppie sostenute in Villa).
Carpi ha interrotto la propria marcia trionfale in zona play off, e diciamo (citando) che forse si è un po’ seduta sugli allori: insomma, ha vissuto troppo di rendita. Qui ci vuole un convegno con Anastasi per rimediare.

Rendite che in B2 devono essere state eccezionali per The Jeand e il suo Sassuolo: la porsche sfoggiata proprio sabato sera a Treviso in un noto locale notturno dal signor arbitro del derby sta lì a dimostrarlo. Bisi passa sopra al Shalvatore (sacrilegio!), Bevilacqua passa sopra al Shalvatore (sacrilegissimo!), il Nicolini buono non fa Nicolinate, il Nicolini bucapalloni neanche e l’arbitro, stupito, gliele fischia comunque. In tutto questo casino, Liccardo non si fa notare e divarica il deretano a Fidel Castro e compagni.
Modena Est ha pre-pensionato Pignatti, il cui rapporto qualità-prezzo, lasciatecelo dire, è davvero spazzatura, mentre ha reimmesso in circolazione Astolfi e si vede. Capolista senza sforzo, i Modenesi dell’Est che sono più bolognesi dell’Ovest si apprestano a vivere due mesi nell’ozio più totale nell’attesa che il budget 2014/2015 sia almeno pari a quello di quest’anno e garantisca quindi la costruzione del nuovo palazzetto per la B1.
Di Vignola e del “derby degli dei” abbiamo già detto più che a sufficienza, manca Correggio, che è stata asfaltata dalla Villa a domicilio a dimostrazione che i miracoli succedono eccome e poi ci ha messo qualche giornata per riprendersi dallo schifo, ma è ancora lì a poter immaginare i play off.

Nota a margine: Ricchetti non ha subito ace diretti da chi vi scrive, non accadeva dal 1996.
Ah, altra nota a margine: chi vi scrive non ha mai perso a Fort Einaudi, statistica questa ormai inattaccabile. Sciapò.
Un flash sulle B femminili, proprio alla velocità della luce: Montale si salva. Vignola, Anderlini e San Damaso no. Sciaò.

In serie C un mascarpone al gorgonzola continua a dominare il campionato nonostante Garuti Ggggianlucacazzo, nonostante Checcomimpasticco Ghermandi e nonostante “Cavva” Caselli, che speriamo abbia smesso di bere come un cammello, abbia smesso di giocare a calcetto ma soprattutto abbia smesso di entrare e chiudere i set di banda.
Corlo farà i play off da seconda e si candida al salto di categoria. Due notizie, le promozioni di Castelfranco e Corlo, che sconvolgono le geografie del volley provinciale, che invertono le potenze e fanno capire come ormai la Crocetta sia solo un piccolo staterello inutile e innocuo in un mare di squali che l’hanno, col tempo, divorata.
Il Torrazzo farà per la quintordicesima volta i play offs, ma contro un Corlo così, sa vot fèr? I ragazzi di Asta Vgm sono sempre meno, la sfiga li ha colpiti senza ritegno. Potrebbero retrocedere per carenza di organico, oltre che per carenza di neuroni, neuroni che si sono infortunati già a settembre e pare siano fuori per tutta la stagione e anche per tutte le prossime a seguire.
Retrocessione che potrebbe riguardare il Pancia, altro segno che i tempi cambiano irreversibilmente e i mascarponi non sono più quelli di una volta.

In C femminile la Villa d’Oro cerca disperatamente un’altra qualificazione ai play off per poi uscire con infamia quasi subito, l’Arbor domina (ovviamente, qualcuno in famiglia domina sempre), Nonantola ce la fa. Mentre in D femminile la Vgm delle Belle(i) fa man bassa di vittorie, annichilendo anche lo Spezzano goofiano.

E insomma, un’altra stagione volge al rush finale, un’altra primavera è alle porte. Bergianti ha comprato casa, Ugolini fa l’arbitro agli allenamenti della C femminile per amor di chiara più che di patria, altri fanno figlie per garantire ai figli di Rontani un domani (ri)produttivo e insomma, panta rei nel nostro mondo del volley, sempre più giovane rispetto a noi che non solo perdiamo colpi, ma anche e soprattutto partite.

Fidel Castro vi protegga

del Kollettivo UCAP