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              LA PARTIDA ED SABET ARCUNTEDA DA UBER E 
              UN SO' AMIG DLA VILA D'OR
              “O set un quel? In co a 
              ghè al derby?” 
 “Al derby, dit da boun?”
 
 “Se se, a ghè Villa d’Oro-Modena Est?”
 
 “Aio capì, ma me a iva sintiu dir che incòo 
              a gniva chè quii ed Bulàgna…”
 
 “Vot dir che la Villa d’oro l’è ed Bulàgna?! 
              Can, le treint an c’a veign chè a tor al cafè, 
              a’m sembreva d’eser a Modna!”
 
 “Mo infati, imbambi d’un caiaun d’un esen, in 
              quii ed Modena Est chi in ed Bulàgna… So mia perché 
              is ciàmen Modena Est…. A s’rev mei Bulàgna 
              Ovest. A ghin srà ‘rmes du o tri ed Modna… Un 
              a s’ciama Padèla, l’ho gnusu me… L’è 
              un baun ragas, menga un baun dal caz come di èter. L’è 
              al piò simpatic lè in mes, mo al g’ha di problema 
              con la geografia, anca lò… Chisà si g’han 
              spieghè in do lè Modna e in do lè Bulàgna?”
 
 “Beh alora l’è menga un derby, va a cagh**”
 
 “Comunque, ciacaròm in italian, altrimenti quii ed 
              Bulàgna in capèsen un’ostia ed quel c’a 
              dgiàm. Po’ magari i s’ufenden e i fan querela 
              ad Armarol, set al maestro dal web. Al scrèv seimper un sac 
              ed cazedi, sol che quii ed Modna ormai i g’han fat l’abitudine, 
              quii ed Bulàagna magari i s’la tòsen a mel…. 
              E lor i sold per pagher i avochet i ghi’ian, menga come i 
              puvraz ed la Villa!”
 
 “Stavo dicendo, imbambì, che se son di Bologna non 
              è mica un derby… I derby son tra squadre della stessa 
              città… Al massimo della stessa provincia… Bei 
              tempi quelli di Villa d’Oro-Carpi, quello sì che era 
              un bel derby!”
 
 “Oh, se lo dici tu, me am fid… Però anc cal derby 
              lè, la Villa al le perdiva seimper… t’arcordet 
              Grilli s’lera fort?”
 
 “Oh ma allora?!?! Non dovevamo parlare in italiano??? Poi 
              Grilli, forte… parliamone… Vuoi paragonarmelo con Cassandra, 
              uno che dovrebbe essere almeno in A2 e fa 48 punti di media a partita?!”
 
 “Chi?!?! Te t’em fèe di nàmm che me a’n 
              so gnanc chi s’sien… Vala a tor in dal cu*”
 
 “La trombetta? Comunque, parla in italiano! Stro***!”
 
 “Bei tempi quando c’era Papotti al centro… Un 
              signore. Lui si metteva in tasca la gente, andava in B1 e stava 
              zitto. Nessun gesto plateale. Educato. Un signore… Purtroppo 
              è invecchiato e ora segue dalla tribuna i suoi vecchi amici”
 
 “Ingravescentem aetatem”
 
 “Eh? Ooooohhh ma mi ascolti?!?!”
 
  “Italianoooo!!!! Poi cosa c’entra la gravidanza adesso?!”
 
 “Gravidanza?! Che gravidanza?!! Ingravescentem aetatem, quelli 
              della Villa d’Oro ormai sono vecchi, devono smettere, lo dicevano 
              anche il buon Calvio e il buon Biga tempo fa. E adesso si è 
              aggiunto il Papa”
 
 “Ah, ma allora non si riferiva a se stesso il buon Benedetto?!”
 
 “Ma no, parlava di quelli della Villa, semo! Hanno rotto i 
              maro**, ancora a giocare che c’hanno trent’anni, sono 
              tutti acciaccati, lavorano.... Ma chi glielo fa fare così, 
              a gratis? Mah… Barista, un gelato!”
 
 “Che gusto?”
 
 “Banana, che poi voglio farmela infilare dritta nel cu**… 
              Solo che ho anche bisogno di un arbitro, quelli di Bologna Ovest 
              da soli non ci riescono a infilarmela nel cu**!”
 
 “Scusi ma sta parlando di banane o di trombette?”
 
 “Trombette?!?! Ma lei ci sente o è come Bonetti?!?
 
  Vuole che le compri un apparecchio acustico?! Vuole le orecchie 
              a sventola?! O vuole che vada alla gelateria Berselli a prendermi 
              sto minch** di gelato?!?! Che gusto che sarebbe!”
 
 “Basta coach”
 
  
 “Ok, la faccio finita… Però, per favore, mi porti 
              questo gelato”
 
 “E un amaro…”
 
 “In bocca?!”
 
 “No scusi, la bocca lasciamola stare… solo eventualmente 
              se fa un ace Ugolini, cominciamo a parlare di bocca e a come utilizzarla… 
              Ma questa è un’altra storia, altre dimensioni”
 
 “Ah ok. Perché avevo sentito dire che c’era dell’amaro 
              in bocca…”
 
 “Oh strano forte il nostro barista eh, ma quale amaro in bocca?! 
              Qua ho la gola secca e i maro** per terra a forza di sentire queste 
              eresie e di vedere la gente scema… Ma torniamo a Bologna Ovest… 
              dicevi su di loro?”
 
 “Ma niente, è che negli ultimi anni si sono dati alla 
              pulizia e(s)tnica! Via la vecchia guardia, dentro Bologna Ovest, 
              Reggio Nord, Modena Centro… Hanno deciso di scalare le vette 
              del volley felsineomondiale. Vabbè ma in fin dei conti chissenefrega, 
              sono quasi le otto, ho fame”
 
 “Fan tonno?”
 
 “No, credo facciano gnocco e tigelle, o almeno così 
              ha detto Bergianti… Anche se mi sembrano cinesi questi qua. 
              Quindi forse fan tonno, ma te lo spacciano per prosciutto”
 
 “Basta coach”
 
   
 “Eh va bene, ma non ho mica detto un caz**!”
 
 “Dai baun dal caz, andàm a vèder la partida… 
              Villa d’Oro-Bologna Ovest… a’n l’ho mai 
              vèsta, speram c’la sia bèla!”…
 DAP LA PARTIDA... “Beh dai, bella partita, peccato per un finale 
              così… Era di Bologna Ovest anche l’arbitro?” 
              
 “Eh?! Cos’hai detto?”
 
 “Tetto?! Non ho mica capito… Quella trombetta, du maraun… 
              Pare funzioni anche se la metti nel cu**, perché con tutte 
              le volte che hanno detto a quelli che la suonavano di mettersela 
              lì, l’avranno fatto finalmente no?… mi ha assordato!”
 
 “Murato? Non ti sento!”
 
  
 “T’al degh a ghè quiii ed Bulàgna Ovest 
              chi protesten seimper! Po’ i disen ca samm nuèter i 
              sbrèga maraun?! Mah... oh ala fin i gan razaun lor, i an 
              vint! Però c’an s’dega piò che i baun 
              dal caz i’in i noster ahn! Al zàl i l’an ciapè 
              lor... e forse a gh’in stèva anc un eter, sol che l’arbitro 
              al g’ha det acsè: «Oh, giokka, occhio che oggi 
              ci esco i cartellini. Ma solo per le proteste giokka. Se non proteshtate 
              potete anche prendervi a pizze guagliò, tant’amme chemmenefotte!»”
 
 “Comunque mi sono alzato anch’io per la standing ovation 
              ad Armaroli, era ora che qualcuno gliele cantasse ai Louis Armstrong 
              di Bologna Ovest! C’è un posto per le trombe (il letto 
              di Ugolini o i concerti jazz), uno per i campanacci (le vacche) 
              e uno per la pallavolo. Qui dentro si è fatta la storia della 
              pallavolo, campanacci e trombe sono banditi, oppure si possono tenere, 
              ma silenti e nel deretano!”
 
 “Occhio che c’è un po’ di rissa!”
 
 “Pizza? Effettivamente ho fame, avevo voglia di tonno, te 
              l’avevo detto prima…”
 
 “Chi è quello là che dà dello stron** 
              a Tassoni?”
 
 “Dai chissenefrega. Fan tonno? Io ho ancora fame da prima, 
              andiamo a mangiare sto pesce… caz** per la fame sto andando 
              nei matti!”
 
 “Hai detto Saguatti?”
 
 “Ho detto caz**!”
 
 “Che gusto?”
 
 “Ah non so devi chiedere a Saguatti”
 
 “Gusti strani, eh?”
 
 “Vabbè, io comunque avevo detto caz**, un caz** grande 
              così”
 
 “Dici che sia quello il gusto? Ora basta parlare di Ugolini 
              però… Che i suoi ace son troppo belli”
 
 “Hai detto Vitelli?”
 
 “Certo che sei diventato sordo davvero. Ho detto Belli!… 
              tra il campanaccio e la trombetta… ci mancavano solo le pecore 
              al pascolo”
 
 “Dici che mancavano?”
 
 “….”
 
 “Comunque oggi si son viste cose strane. Trebbi che ha difeso, 
              Bergianti che ha difeso, Zacchia che prende dei muri… Solo 
              che Zacchia ci sente bene, non ha bisogno dell’apparecchio 
              acustico”
 
  
 “Le uniche cose sempre uguali sono le più lofi… 
              le ricezioni di Ugolini, le murate di Luppi e le esultanze copiate 
              dalla tv di Bonetti”
 
 “Basta coach”
 
   
 “Comunque chi vince festeggia, chi perde spiega. Oggi noi 
              spieghiamo, ma spieghiamo veramente bene. Siamo molto fichi”
 
 “Ma chi vince a che gusto festeggia?”
 
 “Bologna Ovest”
 
 “Ah, è un gusto?”
 
 “Un po’ amaro, per quelli di Modena Est”
 
 “Torniamo a casa, va”
 
 “Dalla Casa?”
 
 “No no per l’amor di dio”
 
 “Casa e basta…”
 
 “Casa e basta. Dai, incòo avam ciapè la pèga, 
              mo me a sun propria cunteint d’eser ed Mòdna, d’eser 
              d’la Villa d’Oro… Quii chi zoghen gratis, per 
              pasiaun, vinzer l’è un aspet secondari… E dir 
              che comunque i han vint un sac, quii d’la Villa d’oro… 
              A Bulàgna Ovest i s’la crèden un po’ trop”
 
 Concludendo, bisogna saper perdere. E c’è qualcuno, 
              vicino a questo bar, che lo sa fare benissimo da tanti anni e se 
              la ride. Bisogna anche saper vincere, però.
 
 La storia, il carattere, i valori della sportività e il rispetto 
              degli avversari non si comprano da nessuna parte. Neanche a Bologna
 
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