ultimo aggiornamento: 03/11 00.15
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CORSIVO
GIUDIZIO

 
 
 

O CAPITANO, MIO CAPITANO


Che bel numero il 200.
Quasi come il 10. O il 7.

Nel 200 avanti da Cristo la repubblica di Roma conquistava la Gallia Cisalpina, e unificava per la prima volta l’Italia. Coi suoi 200 sigilli il Capitano, il nostro Capitano, il Capitano di tutti, l’ha un po’ divisa l’Italia. Ma ha incantato il mondo. E ha regalato, all’Italia, il Suo Mondiale.
Nel 200 dopo di Cristo Settimio Severo imponeva la successione dinastica per l’Impero. L’Impero di Alessandro Del Piero, purtroppo, non ha successori. Lui è unico, i suoi 200 gol sono unici, la sua classe, la sua eleganza, il suo charme, sono unici. Del Piero non ha eredi, se non nelle Sfere Celesti.

Nel 2006, precisamente il 28 ottobre, la Storia è nuovamente cambiata. Sono molte le date storiche per l’umanità legate al nome di Alessandro Del Piero, ma non c’è spazio qui per elencarle tutte, soltanto poche righe a imperitura memoria e ad eterno e umile e indegno omaggio al Dio vero. Perché Alessandro Del Piero è il giocatore di calcio più forte di tutti i tempi, questo non è in discussione. Ma ha anche capacità divinatorie, fa miracoli, cura i malati, riempie i cuori di gioia e gonfia i petti di orgoglio e di riconoscenza per essere nati ed aver assistito alla Sua Era.

Cominciò tutto in un uggioso autunno, nel 1993: vittima designata del magico mancino di Alex (magico come il destro e la testa di Pinturicchio) fu la Reggiana. Di sinistro, il primo gol in bianconero. Era solo l’inizio, il primo sublime canto di un Eroe che nei due mondi avrebbe fatto innamorare i popoli. Seguirono soltanto altri 4 gol, in quella stagione, ma Del Piero aveva appena 19 anni e davanti il Dio precedente, Roberto Baggio.
È l’esterno destro, volante, impensabile per qualsiasi altro essere umano, anche per Maradona, confezionato come un pacco regalo alla Fiorentina, che lancia il nostro Capitano nell’Empireo. Un tocco meraviglioso, il gol più bello della carriera, come da Lui stesso dichiarato, che apre la strada alla Juventus per lo scudetto numero 23 e ad Alex le porte dell’Olimpo del calcio. Nella stagione seguente nascono “I GOL ALLA DEL PIERO” ancora oggi marchio registrato e irripetibile (chiedete a Lehmann, giusto un 4 mesi fa…), il nostro Capitano può sollevare al cielo di Roma la coppa dalle enormi orecchie e pochi mesi dopo incanta il Giappone mettendo all’incrocio dei pali il gol dell’Intercontinentale.

Perché niente Pallone d’Oro, nel 1996? Chissà, giusto darlo a Sammer…

Altri due scudetti, una stagione (97/98) sublime, con 21 gol in campionato e 10 in Champion’s League, un mondiale sfortunato (ma partì nel ritiro ancora dolorante per una botta subita nella finale di Champion’s) e poi il crack al ginocchio, novembre ’98, Udine. La fine, per qualsiasi atleta, una stagione intera buttata via e forse la carriera. Ma non la fine per Lui: due annate difficili per Alex, quelle dopo l’infortunio, nelle quali alla difficoltà di andare a segno si somma un Europeo sfortunato, nel quale il nostro Capitano è un facile capro espiatorio per una squadra che ha avuto sfortuna e un sacco di problemi di fronte (Henry, Thuram, Wiltord, Trezeguet, Vieira, per dirne solo alcuni, di problemi).

Poi la Rinascita, la Sua Rinascita. Torna Lippi e tornano gli scudetti e Alex torna a segnare e a far sognare: 32 reti in due campionati, per il più grande Bomber di tutti i tempi. Poi un mondiale con un allenatore che non capisce. Del Piero gioca tra Corea e Giappone in tutto 75 minuti, segna un bellissimo gol al Messico, distrugge la Corea nel primo tempo ma viene sostituito al sessantesimo perché bisogna difendere, stiamo dominando per 1-0. E l’Italia esce. Perché Lui non gioca.

Al rientro in Italia alcune perle indimenticabili: il gol di tacco al Torino, la serpentina tra Helguera e Salgado che stende il Real Madrid galactico a Torino, la perla d’esterno col Piacenza in ricordo dell’Avvocato appena mancato. Poi Godot compie 30 anni, nel 2004.

E da qui Alex, Bandiera, Mito e Dio, viene messo in discussione dal primo babi friulano che passa per strada. Capello (lo si vede anche ora al Real) non sopporta che vi siano Bandiere e primedonne che ne offuschino e prevarichino l’immagine. E così prima il Romano di merda, poi il nostro Capitano, vengono spesso e volentieri fatti accomodare in panchina.

Ma mai una polemica, per Alex, mai una parola fuori posto, solo un ruolo guida per la squadra e per l’Italia e celestiali cascate di classe. Il Capitano entra, illumina e risolve le partite. Due esempi? La sontuosa bicicletta con cui stende il Milan nello scontro diretto per lo scudetto 2004-2005 e la punizione con linguaccia che ammazza l’Inter. Quella stessa Inter che poi si attaccherà l’immeritata e ridicola “patacca” sulle magliette in vece della Vecchia Signora e del suo Capitano.

Passano gli anni e la brillantezza atletica viene un poco a mancare. Ma la classe e l’eleganza no. Lippi lo usa nel mondiale quanto serve, ma è Del Piero a far vincere l’Italia: con 70 minuti che sfiancano l’Australia, con lo scatolino che mette definitivamente ko i crucchi, con l’esemplare rigore che fa genuflettere la Francia e apre le porte alla facile realizzazione di Grosso e alla Coppa. Il nostro mondiale. Il Suo mondiale.

Per finire l’umiltà: Del Piero accetta la serie B, rimane, guida la Juve all’inesorabile risalita. Inesorabile perché c’è Lui, ancora. E realizza il suo gol numero 200 (sui 201 in carriera coi club) per la Sua Juventus.

Altri 200 di questi ineffabili gol, mio Capitano, nostro Capitano. E grazie per sempre per tutti questi anni di godimento e perle meravigliose. Grazie per la classe profusa ad ettolitri di idromele. Grazie per la Tua immensa classe. Grazie per averci insegnato come si comporta un Dio vero.
Grazie Alex.

Il mondo ti ama. Io ti amo.
di Alessandro Trebbi


IL CAPITANO VISTO DALLE DONNE

Atletico, Libidinoso, Erotico, Sexy, Seducente, Ammiccante, Notevole, Dolce, Romantico,
Onnipresente nei pensieri di qualsiasi donna, ti seduce con lo sguardo, ti conquista con il sorriso...
Impossibile non pensare a Lui...
Di cose se ne dicono molte: che non è un calciatore, che non è uomo, che non è bello... ma quando sia ama, lo si fa incondizionatamente e Lui è la perfezione.
Non è solo un calciatore famoso ma è ALEX DEL PIERO, il numero 10 della Juve... e da 10 non ha solo la maglia ma tutto... il fisico, il viso, gli occhi, la capacità di essere irresistibile con il capello lungo, corto, rasato... sempre impeccabile!
Mi fa sorridere quando vedo lo spot dell'acqua Uliveto, mi fa sognare quando lo vedo a dorso nudo per l'Adidas, mi fa eccitare quando mette la palla nello scatolino… Insomma, chi non si innamorerebbe di Alex? Quella “culona” di Sua moglie gli ha messo una fede al dito, ma ha solo vinto una battaglia... non la guerra!
Ha segnato il Suo duecentesimo goal in maglia bianco-nera, ha dimostrato che nulla è impossibile quindi mi piace illudermi e pensare che la vita è ancora lunga, che magari il destino farà incontrare le nostre strade, anche solo per un attimo, ma sarà un attimo indimenticabile...tutto mio...o forse di altre 1000 fan!
In fondo lo sanno tutti: noi donne siamo delle sognatrici... E Alessandro Del Piero è un Sogno.
di Ilaria Pinturicchia del Facchini