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di Fabrizio Silvestri (Presidente Stadium Mirandola)

Oggi, come tutti i giorni, mi sono alzato verso le 11. Non vi stupite, non ho più molto da fare e posso concedere qualche oretta in più a Morfeo. Ho aperto la finestra, ho guardato giù: il paesaggio è il solito da sei anni, ma dal sesto piano tutto è sempre bellissimo, anche la Gare du Nord. Chi è stato a Parigi sa di cosa parlo. In ogni modo, ho fatto la doccia e sono sceso al bar per il caffè. Ho acceso il computer e mi sono letto i vostri giornali. Per la verità su Internet leggo solo i vostri giornali locali, la Gazzetta di Modena e il Resto del Carlino. La vera lettura la riservo per dopo colazione. Torno al piacere della carta stampata, l'odore del piombo, Le Monde, il caffè, il bagno. Sapete cosa intendo, è forse uno dei momenti più rilassanti della vita di un uomo. Peccato che a volte i giornalisti riescano a rovinare anche questo momento.
"MA COME PARLA, MA COME PARLA… LE PAROLE SONO IMPORTANTI" (Nanni Moretti in "Palombella Rossa"). È una frase che andrebbe scolpita nella mente di tutti. Soprattutto in quella dei giornalisti. Sono i primi a stuprare la lingua inondandola di luoghi comuni e frasi preconfezionate. Qualche esempio sportivo (è il nostro campo no): una squadra non vince, s'impone, liquida, domina (addirittura); se perde, cede, cade, crolla sotto i colpi di (ma è un massacro); se una partita è equilibrata è un punto a punto snervante o una prova di forza; una squadra chiude il set, no! Chiude i conti; una squadra prima in classifica è in vetta (sarebbe interessante sapere l'altitudine) se ultima è il fanalino di coda (se è a zero punti il fanalino è spento?). E ce ne sarebbero ancora, gli odiati inglesismi (4): Ko, match, regular season, ecc. orrori ortografici, per non parlare degli aggettivi buttati a caso come prestazione eccezionale, partita fantastica, perché non credo che i signori giornalisti si vadano a vedere tutte le partite del sabato o della domenica (sono proprio curioso di conoscere l'inviato di Cittadella-Novese di seconda categoria). E le interviste? Lo so ho già toccato questo punto, ma proprio non mi va giù. Che cosa serve intervistare un giocatore sei volte prima dell'inizio del campionato? Alla terza, se hai talento, non sai più cosa chiedergli. Arriveremo a sapere cosa ha mangiato a pranzo la mamma di Roberto Baggio e ci chiederemo perché pesce e non tacchino. Non aspetto altro.
Insomma, non dico sia facile fare cronaca, ma almeno proviamoci lasciando stare la licenza poetica. Dicono che i fatti si commentino da soli. Non è una gran frase, ma un certo senso ce l'ha. Ognuno si fa la sua idea, l'importante è riportare fedelmente ciò che è successo. Ad esempio, la Coppa Italia. Sassuolo, sono pesante lo so, per me è un 8. La prima vittoria è stata una piacevole sorpresa, la terza, una bella conferma. L'Iride ha vinto tre partite su tre, soffrendo solo con la Stadium. Il mio giudizio è un 7, non per le vittorie ma perché hanno scoperto la modestia. Miglioriamo. Casinalbo e Stadium si prendono anche loro un 7, le aspettative erano minori rispetto a quello che sono riusciti a dimostrare. La Kpm, mi dispiace, sportivamente è un 4, ma è un 10 pieno a Malavasi perché so quello che vuole dimostrare. C'è l'impegno e i 3-0 così sono un'opera d'arte che valorizza la fatica della campagna acquisti. Bravi. E un 4 va anche all'Eurotecnica. Non voglio essere preso per cattivo, ne perseguitare la Scuola di Pallavolo (a proposito ci sono alcune e-mail che dovreste leggere), ma dal punto di vista del gioco non ci siamo. Se vogliamo addentrarci in un dramma, si può anche dare un voto alle squadre femminili. Voi fate pure. Io mi fermo qui.
Ora stacco e torno alle mie letture sperando di rilassarmi un po' di più.
Dimenticavo. Sempre su internet ho letto del caso Gardini. Geniale. Sempre meglio. Da quello che ho capito è stato il tormentone dell'estate. Casa Modena prende il centrale (sorvoliamo sul fatto che era l'unica cosa di cui non c'era bisogno) gli fa firmare un contratto. Roma non ci sta, perché anche senza contratto, Gardini è legato alla società dal vincolo del cartellino. Ne segue una lotta a chi offre di più e si arriva a 350 milioni per un "giovane promettente" come lui. Fantastico. Insomma, Casa Modena non accetta, Roma non molla e allora? Si va in tribunale? Bene così il pretore del lavoro darà ragione a Casa Modena, sancirà la fine del valore del cartellino e legittimerà definitivamente il professionismo nella pallavolo. Detto chiaro e tondo, la Federazione non aspettava altro, così si toglie uno scheletro dall'armadio. Quale? Lo scheletro che rappresenta l'aver ignorato per anni e anni quello che era noto a tutti, cioè che la filosofia dello sport amatoriale non faceva più parte della pallavolo. I giocatori erano sempre più indipendenti sempre più pagati e sempre più professionisti. Ora questa gatta se la pela la magistratura ordinaria, con la piena soddisfazione di una Federazione sempre più sorniona.
Saluti… Luther Blisset

email: lutherblisset3@hotmail.com


(Traduzione a cura di Antonella Castellazzi)