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Espertissimo Sig. Luther Blisset, esperto di penna ma non di pallavolo......purtroppo. Sono venut a conoscenza del suo angolo di critica sul sito della Villa D'oro, società che rispetto per le tradizioni pallavolistiche [...] non perchè sono solita navigare su quelle pagine ma perchè informata da più persone offese e indignate per le cose da lei scritte, cosi' che mi sono incuriosita.
Devo dire che con la penna è veramente abile ed a volte anche simpatico nel modo di esporre e di raccontare i fatti, ma purtroppo veramente male informato e soprattutto poco costruttivo per migliorare o cambiare quello che non va nella pallavolo. Mi riferisco in modo particolare a ciò che dice della Scuola di Pallavolo con cui immagino lei abbia dei rancori personali che l'hanno portata a dire così tante cattiverie ed inesattezze. [...] credo in quello che si fa alla Scuola, perchè è tutto così lontano dalle falserie che lei ha scritto, ma soprattutto perchè amo la pallavolo [...] a cui dedico ancora la mia attività. Non voglio fare polemiche ma mi piacerebbe spiegarle di persona come funziona l'attività della Scuola (se veramente le interessa!!!!) [...]
Lascio a lei la scelta e rimango a sua disposizione almeno per una spiegazione.

Lettera firmata



Vorrei partire subito col ringraziarla, perché pochi forse hanno capito che lo scopo della disponibilità del mio indirizzo e-mail era quello di rispondere... ma veniamo al problema di fondo. Lei giustamente non può saperlo, ma la mia esperienza nel campo della pallavolo (se la misuriamo in anni) non ha nulla da invidiare alla sua, anche io ho iniziato a calcare i parquet molti molti anni fa, ma soprattutto ho avuto la fortuna o sfortuna di vivere come dirigente questo sport.
Le mie critiche o discussioni, non vogliono assolutamente essere offensive e non lo sono. Perché, in italiano corrente, offendere significa ledere la dignità, l'integrità o l'autorità di qualcuno. Io ho sempre avuto e avrò sempre rispetto per tutti, compresa la Scuola di Pallavolo verso cui non nutro nessun rancore represso.
Nelle mie critiche non faccio altro che ironizzare e portare al limite i pensieri diffusi (si fidi molto diffusi) sulla pallavolo modenese. Vede non è tutto un paradiso come si può immaginare, io e lei sappiamo quanto ci vuole per mettere insieme una squadra, crescere una società e come tanti riescano a specularci sopra. Questo è quello che mi indigna. Vedere come da una Modena pallavolistica costituita da una miriade di società più o meno grandi, si è passati alla fortuna dei pochi di oggi. Mi spiego meglio perché non vorrei fraintendesse.

Non mi sono accanito con la vostra società più di quanto non abbia fatto con altre. Ho semplicemente esposto il mio pensiero su una situazione che io ritengo negativa. Ora ci sono tre grosse società: la Scuola di Pallavolo, Casa Modena e il Volley Modena. Tutte le altre o fanno fatica a stare in piedi da sole o hanno una qualche forma di collaborazione con queste tre società. Una collaborazione, mi permetta, che non mi piace. Le spiego il perché prendendo spunto proprio dal vostro progetto:

"Il Progetto Scuola di Pallavolo vuole incentivare la collaborazione tra Società Sportive che abbiano come obiettivo primario l’AVVIAMENTO ALLA PALLAVOLO DEI GIOVANI. Ogni società che partecipa all’iniziativa mantiene la propria autonomia gestionale avvalendosi della collaborazione tecnica ed organizzativa della Scuola di Pallavolo F. Anderlini. Ogni anno vengono selezionati i migliori atleti ed atlete dei Centri di Avviamento alla Pallavolo e, in totale accordo con le famiglie e le Società di provenienza, vengono inseriti in una struttura tecnica giovanile avanzata che si identifica nel Progetto Scuola di Pallavolo "F. Anderlini". I ragazzi e le ragazze individuati per far parte della rappresentativa del "Progetto Scuola di Pallavolo F. Anderlini", formeranno un gruppo under 13-14 che sarà, in futuro, quello che comporrà le under 15, le under 17 e le under 19. Piccole variazioni di organico potranno essere apportate in corso d’opera in funzione di esigenze e problematiche che è ragionevole pensare possano presentarsi nello sviluppo del progetto. Una volta terminato il "percorso giovanile" con l’under 19 gli atleti/e potranno rientrare nelle rispettive società di origine." (dal sito www.scuoladipallavolo.it).

C'è un errore di fondo, le società che accettano la vostra collaborazione, come quella di Casa Modena e altre, si vedono (coscientemente, lo hanno accettato) private appunto dei giocatori più promettenti che voi inserite nel vostro progetto. In questi anni senza l'apporto di questi atleti i settori delle piccole società non si sono potuti sviluppare, piano piano molte società hanno diminuito i loro impegni togliendo una under qui e una là, a volte sono state costrette a chiudere un intero settore. Tutto ciò per mancanza di ragazzi. E la frase finale del vostro promo, che lascia aperta la possibilità di tornare alla società di appartenenza una volta finito il percorso, è forse molto più ironica e cattiva dei miei commenti. Dove possono andare se le società non riescono a crescere e quindi non possono proporgli una squadra di categoria o di serie? Ora come ora ci sono nove squadre nei campionati nazionali, ma i giocatori sono sempre quelli. Quando smetteranno di giocare a chi si farà affidamento? Continueremo a pescare in giro per l'Italia? Ma c'è chi non può permettersi i soldi della Kpm (provi a indovinare com'è il settore giovanile della Kpm) o di altre. E allora?
Vede ho solo cercato di enfatizzare una situazione ancora nascosta, ma incombente. E voi volenti o nolenti ne siete partecipi. Avete fatto giustamente una scelta, che per molti versi (soprattutto per i risultati conseguiti) è apprezzabile, ma è anche (non solo) grazie a questa scelta che la miriade di società di cui parlavo prima si sta spegnendo. Si sta perdendo una diversificazione. Un fattore fondamentale. La diversificazione porta al confronto di situazioni, e il confronto è la base della crescita. Questo in qualunque ambito della vita, quindi anche nello sport. Dove andrebbe a finire il confronto se ci fossero solo due grandi poli nella pallavolo maschile e tre nel femminile? Che fine farebbero le polisportive che, attenzione, non sono solo la palestra dove giocare a pallavolo, ma sono un centro sociale, il luogo di incontro di persone di tutte le età impegnate su un progetto comune?

Tutto ciò ripeto non lo approvo e questo è il mio personale punto di vista. Si poteva intervenire in modo diverso. Si doveva. Ora tutti sanno che per vincere si deve costruire un qualcosa di simile ad un'industria con decine di sponsorizzazioni, azioni di marketing e pubblicità, ecc. Molti giocatori a 17 anni vogliono un compenso e vedono questo sport sempre con meno passione.
In conclusione, credo di aver scritto fin troppo, vorrei sottolineare alcune cose:
- che non sto cercando di trovare un colpevole e meno che meno di impersonarlo nella Scuola di Pallavolo. In molti dovrebbero fare un esame di coscienza, partendo dalla Federazione che si lamenta di non avere un vivaio competitivo e non fa nulla per conservarlo (non consideriamo per favore le ultime regole adottate, oscene ed inutili).
- Non credo di avere la verità in tasca e come tutti sbaglio. Ma non ho detto falsità o inesattezze perché ho espresso una mia opinione su fatti evidenti, e, ripeto, sempre nel rispetto delle scelte degli altri qualunque esse siano.
- Lei perciò è come tutti libera di contestare, di non approvare, di replicare alla mia opinione. Anzi è un piacere aprire un confronto.
- Amo la pallavolo e se i miei toni a volte sono un po' più duri è proprio per questo. Ma l'eccesso di tono serve nella comunicazione per attirare attenzione, per lasciare un segno, poi spetta alla coscienza critica di ognuno estrapolare il messaggio, comprenderlo, accettarlo o disapprovarlo.
Cordiali Saluti, Luther Blissett
email: lutherblisset3@hotmail.com


(Traduzione a cura di Antonella Castellazzi)