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Oggi la teoria del big bang fa parte della cosmologia tradizionale. Ciononostante, essa si trova di fronte a un ostacolo considerevole quando deve fornire una spiegazione convincente del modo in cui l'esistenza dell'universo possa essere iniziata dal nulla come risultato di un processo fisico. Tale ostacolo è costituito dal mistero di come il tempo stesso abbia avuto naturalmente origine. Potrà mai la scienza includere entro il suo raggio d'azione l'inizio del tempo? Negli anni ottanta questa sfida è stata raccolta con ostentazione da un certo numero di teorici, primo fra tutti Stephen Hawking. Attualmente gli sforzi sono concentrati sulla fisica quantistica, estesa da teoria della materia a teoria dell'intero universo. Ma il tempo è sempre rimasto fuori del dominio della fisica quantistica, e i tentativi di inglobarlo finiscono, paradossalmente, per eliminarlo. Il tempo svanisce!
Nonostante la sua popolarità, alla teoria del Big Bang non sono mancati i detrattori. Fin dall'inizio, i tentativi degli astronomi di "datare la creazione" hanno incontrato diverse difficoltà. L'età risultava continuamente sbagliata, non c'era tempo a sufficienza per la creazione delle stelle e dei pianeti. Per di più alcuni oggetti astronomici sembravano addirittura più vecchi dell'universo, il che è assurdo. Era possibile che il tempo di Einstein e quello cosmico non fossero la stessa cosa? Che il suo tempo flessibile non lo fosse poi così tanto da poter essere "stirato" all'indietro fino alla creazione?
Il problema dell'età cosmica era oltremodo imbarazzante e si cercava di tenerlo nascosto, ma periodicamente esso si ripresentava con irritante puntualità. Nei primi tempi i cosmologi potevano schermirsi e addurre la scusa che i dati a disposizione erano ancora talmente confusi che una differenza di un fattore due o tre non era una ragione sufficiente per una disputa tra amici sui principi fondamentali. In anni più recenti, tuttavia, con telescopi migliori e con dati provenienti dai satelliti, la cosmologia è diventata una scienza quasi esatta. Nel 1992 il satellite COBE (Cosmic Background Explorer Satellite) ha fornito ciò che per molti cosmologi è l'argomento decisivo per determinare in modo definitivo i più piccoli dettagli della teoria del big bang. Grazie alle misure rilevate da COBE di lievi increspature nel calore di fondo dell'universo, è stato possibile migliorare il livello di precisione nella formulazione del modello cosmologico. Il guaio è che i dati di COBE, insieme ad altre osservazioni recenti, hanno avuto come unico effetto di far risorgere il problema dell'età con un livello di complessità ancora più elevato.
Mentre scrivo, queste difficoltà sono al centro di vivaci dibattiti. Alcuni astronomi ritengono che, con un po' di aggiustamenti, sia possibile determinare le scale del tempo. Altri non sono d'accordo e rifiutano completamente lo scenario del big bang. Ma un numero crescente di cosmologi inizia a credere che la risposta possa essere fornita proprio da Einstein. La sua impopolare forza di antigravità, inventata per aggirare il problema dell'origine del tempo, può forse fornire il meccanismo necessario per riconciliarlo con le venerande età di alcuni oggetti astronomici. La sua più grande cantonata può ancora rivelarsi un grande trionfo. Sarà il tempo a decidere.
Fabio Liberati

email: fabietto13@libero.it