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11/01/2002
Un altro problema fu costituito dagli effetti sonori. Per ottenere il ruggito di King Kong, per esempio, fu abbassato di un'ottava il ruggito di un leone registrato al contrario; battendo una mazza di tamburo sul petto del regista, con un microfono ultrasensibile assicurato alla schiena, si ottenne il suono di Kong che si percuote il torace. La pellicola necessito', per il vero e proprio 'si gira', di cinquantacinque settimane, ma erano gia' occorsi molti mesi per arrivare al risultato voluto.
La storia, ormai famosa, e' presto detta. Un regista cinematografico (Robert Armstrong) e un esploratore (Bruce Cabot) assumono una ragazza (Fay Wray) per girare un film in Malesia. Gli indigeni, padroni dell'isola dove gli esploratori approdano e che e' tagliata in due da un gigantesco e misterioso muro, vogliono sacrificare la ragazza al loro enigmatico dio Kong, che si rivela essere uno scimmione gigantesco che vive dall'altra parte della barriera insieme a a una sopravvissuta fauna preistorica. Catturato e addormentato il gorilla grazie ai gas soporiferi, esso viene portato a New York per essere presentato al pubblico, ma il gigantesco animale fugge devastando la citta', afferra una donna credendola Fay Wray e poi la getta nel vuoto; quindi, con la ragazza che cercava fra le mani, si arrampica sulla cima dell'Empire State Building per poi essere abbattuto dall'aviazione.
Furono girate molte scene che non vennero inserite nel film, come ad esempio quella del ragno gigantesco che divora i marinai caduti nel burrone; lo spogliarello al quale King Kong sottopone la ragazza, strappandole gli abiti di dosso o, anche, la scena di Kong che mangia un uomo. A tutta prima si era pensato di far morire il gigantesco scimmione sullo Yankee Stadium e, addirittura, la sequenza finale era stata disegnata ma soluzione piu' saggia fu quella di farlo apparire, imponente e dominatore, dall'alto del piu' grande albero che la giungla umana poteva offrirgli.
Il mito della bella e della bestia che tante, troppe volte verra' sfruttato in seguito, e' qui alla sua prova migliore: come e' stato presentato in questo film, non lo sara' piu' con tanta raffinatezza. L'unica eccezione e' rappresentata del Mostro della Laguna Nera, di cui avremo modo di parlare. Le scenografie della giungla, le immagini quasi demoniache dove appare la creatura, l'inferno dove essa si muove sono realizzate volutamente in modo da sembrare quadri, tanto sono irreali.
Quanto abbiamo detto dovrebbe definitivamente smentire la ridicola diceria che King Kong fosse un attore travestito. In realta' solo la sequenza di Kong che sale sul grattacielo richiese un attore: vennero, infatti, costruiti ventisette King Kong, tra totali e parziali.

(Cinema e Fantascienza, data la lunghezza, terminerà la settimana prossima n.d.w.)

email: fabietto13@libero.it