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In un film il piano-sequenza, che è una sequenza in cui non vi sono tagli, rappresenta un valido spunto per analizzare la relazione causa-effetto tra i fotogrammi che compongono un video. Il piano-sequenza è, a livello teorico, la massima espressione di purezza visiva, perché non da spazio a tagli, che sono artifici cinematografici per cambiare soggettiva, modificare il tempo di narrazione e altro ancora.
Ma nel momento del taglio sono infranti anche due legami di parentela tra un fotogramma e quello successivo: l'inevitabile somiglianza estetica e il concetto quasi istantaneo di nascita e morte del fotogramma che nasce, e muore nel suo successivo, portando con se il concetto di causa nel primo ed effetto nel successivo. Quindi un fotogramma è lo sviluppo concettuale del suo precedente è la causa della nascita del successivo. Nel momento del taglio la somiglianza estetica e il legame causa effetto non esistono più. Prendiamo com'esempio il sistema di compressione video utilizzata in campo informatico per ridurre il numero d'informazioni che un file deve farsi carico per riprodurre in maniera fedele un filmato. Di solito i compressori sfruttano proprio questi due legami di parentela tra i fotogrammi, scegliendo un fotogramma, che è chiamato fotogramma-chiave, per poi annotare solo i cambiamenti rispetto a questo fotogramma, in modo tale da dover immagazzinare molte meno informazioni. Il formato di compressione mpg, tanto famoso per la sua terza edizione (mp3), di solito tralascialo sfondo del fotogramma, che subisce poche variazioni, e si sofferma maggiormente nel soggetto, avendo così un notevole risparmio d'informazioni. Nel film "Omicidio in diretta" assistiamo ad un piano-sequenza veramente ammirevole, in cui la cinepresa non si stacca mai da Nicholas Cage (o almeno così sembra…) seguendolo nei suoi movimenti per più di dieci minuti!
La cinematica, il movimento, rende l'espressione cinematografica un campo del tutto a se, poiché si svolge in un lasso di tempo stabilito, a differenza di quasi tutte le altre forme d'arte (esclusa la musica) come la pittura, la scultura, la fotografia, istantanee visioni d'arte che sono per l'infinito. Vorrei aprire una parentesi:
Faccio veramente fatica a definire il video un'arte per due ragioni: la prima è che, per sua struttura, un video può essere riprodotto infinite volte in copie che hanno lo stesso valore dell'originale, perdendo così quel concetto d'unicità che è legato all'opera d'arte. La seconda è che il video vive in un intervallo di tempo, non è una visione istantanea e allo stesso tempo infinita (come la fotografia), ma ha un inizio e una fine, è incastrata nel tempo, perde il concetto di lampo che tanto è legato all'arte classica. Preferisco quindi parlare di "espressione artistica", cioè di un'artista, piuttosto che "opera d'arte" (ancora più difficile è definire il cinema moderno, che è parto esasperato di una simbiosi di cervelli, "espressione artistica", poiché è il risultato dell'unione di tanti artisti…. dequalificando completamente il concetto di Artista). Dovrò tornare su questo concetto. Chiudo la parentesi.
Fabio Liberati
email: fabietto13@libero.it