Vai all'Home Page Torna al PUNTO

Veniamo al dunque. Un mese fa più o meno abbiamo dato vita ad una pseudo (era un tentativo) inchiesta sul sistema arbitrale della pallavolo minore. In sintesi vi abbiamo chiesto il vostro parere sull'omino bianco che ogni settimana vi ritrovate su un seggiolone o una scala (dipende dalla categoria) guardando a lato-campo. Impresa che non avremmo mai detto così ardua, ma nemmeno così fruttuosa. Non so se per mancanza di impegni, o per puro interesse, ma avete scritto in tanti e di questo vi ringraziamo. Veniamo al dunque dicevo, cioè tiriamo le somme della pseudo inchiesta.
Partiamo dal materiale planato nella mia rubrica. Bene. Diciamo che sul complessivo di sessanta e-mail circa, la quasi totalità non riportava fatti, ma commenti. Libero pensiero insomma. Dal fraterno "a li mortacci tua" al navigato "cornuti" fino alla rima baciata "il fischietto sai dove te lo metto"... un insieme variegato di riflessioni sul tema che se proprio vogliamo possiamo classificare come negative.
Ma non mancano certo le note positive: due. Ecco adesso non iniziamo a fare discriminazioni. La minoranza va rispettata, anche perchè, ricordatevelo, è dalla minoranza che nascono le rivoluzioni. Comunque, deviazioni guevariane a parte, le due e-mail in questione prendevano le difese della classe arbitrale. L'argomento portante era lo stesso: perchè continuare a creare attrito tra abitri e giocatori? Ognuno fa il suo mestiere, tutti sbagliano, nessuno deve giudicare. Perfetto.
Questo il succo, la spremuta delle e-mail arrivate. Se vogliamo affidarci all'Istat il rapporto è banale, quasi deprimente perchè non ci sarebbe nulla da dire: la stragrande maggioranza, quella che diciamo si avvicina ad essere la totalità ma che per due crumiri non ce la fa, pensa che il sistema arbitrale del Comitato Regionale Emilia Romagna (ad un certo punto centriamo l'obiettivo) sia da buttare. I termini non sono proprio questi, ma parafrasiamo perchè questo sito va in onda anche in fascia protetta. Giusto? Sbagliato? Ha ragione la maggioranza? Oppure, la minoranza in quanto tale non è ascoltata? La maggioranza può sbagliare? Ancora, la minoranza come fa a diventare maggioranza? Sono le domande di una vita, a cui ancora non so dare una risposta che mi convinca. Ma posso provare ad illudermi di avere una mia idea sulla questione.
Il sistema arbitrale italiano, e generalizzo consapevolmente, non funziona. Qui non voglio calcare le orme delle polemiche calcistiche e mi offenderei se qualcuno lo pensasse. Non mi paga nessuno, non alzo indici di share, Mughini non è mio zio e non ce l'ho a morte con l'ipotetico Palazzo (anche se sul Grande Vecchio qualche dubbio mi rimane). Il sitema, dicevo, non funziona. Ma questo non ha nulla a che vedere con gli arbitri. Lo sport in genere è sottoposto ad un giudizio esterno. E' sempre stato così e sarà sempre così. Giudice, notaio, arbitro, esaminatore, chiamatelo come volete, in realtà è l'essenza dell'agonismo stesso. L'ulteriore ostacolo da superare per vincere. Perchè di questo si tratta. Vincere. Ne era convinto anche De Cubertain, che non ha mai sostenuto, come molti pensano, che l'importante sia partecipare (la frase gli fu attribuita a posteriori, perchè come sempre il mito del buono cattura l'uomo). Comunque. Proprio perchè il giudizio di un esterno può essere ciò che fa vincere o perdere, il giocatore, l'atleta, il vero attore del gesto sportivo è e sarà sempre convinto di avere l'unico diritto di giudicare se stesso. Normale e in quanto tale semplice, banale ma comunque esplicativo. Lasciamo perdere quindi le piccolezze mentali, quello che ha fischiato questo, quello che secondo me ha imbrogliato quest'altro, la malfede ecc. Non ci toccano. Esiste lo sport, esiste l'atleta, esiste l'arbitro, esite la gioia della vittoria, esiste il dolore della sconfitta .
Il punto è un altro. Perchè non ci sono arbitri? Perchè molti di quelli che ci sono dimostrano carenze tecniche evidenti? Perchè il metodo di designazione arbitrale è lacunoso? Perchè arbitri capaci a cinquanta e passa anni lavorano ancora nei regionali? Perchè molti arbitri preferiscono la carriera nel beach piuttosto che quella indoor? Perchè in seri A la maggior parte degli arbitri proviene da Comitati Regionali con una bassa attività pallavolistica (vedi Lazio, Campania ecc)? Perchè nei tornei internazionali i nostri arbitri sono i meno utilizzati? Sono queste e altre le domande che devono avere risposta. E' questo che spiega cosa non va nel sistema arbitrale italiano. Il resto è semplice polemica fine a se stessa. Che, certo, non fa mai male, ma non dice assolutamente niente.


Sandro Papotti

email: sandropapotti@hotmail.com