Potrei sembrare un paradosso del 21° secolo se vi dicessi che la tecnologia
mi ha stancato. Potrei sembrare ancor più un paradosso se vi dicessi che
i miei studi tecnici (guarda caso "elettronici") in pratica mi sono
serviti meno di niente. Potrei sembrarvi... e forse lo sono un paradosso. Fatto
sta che il punto di questa settimana sarà viziato dal rapporto di amore
che ho instaurato ormai da anni con il mio personal computer. Un rapporto conflittuale,
non c'è che dire, ma è pur sempre amore. O almeno lo credo. Sì
perchè, in fondo, credo di essere profondamente innamorato. Non posso nulla
senza il suo aiuto: non posso scrivere, non posso leggere, non posso viaggiare,
ecc... Potreste anche rimproverarmi questo mio totale appiattimento consigliandomi
un buon libro, una gita o un misero foglio di carta. Sarebbe umano, giusto, decisivo,
ma non potete proprio perchè siete nella mia stessa condizione. No non
squotete la testa, è così. Un esempio? Siete seduti comodi sulla
poltroncina di fronte ad uno schermo (variabile dai 15' ai 21' per i più
assatanati) a leggere righe inesistenti, impalpabili (e forse improbabili) e non
vi rendete conto che alla fine non è poi così normale. Allora
perchè conflittuale? Beh, in amore capita, anzi mi verrebbe da dire che
il conflitto è peculiare. Come è peculiare l'infondatezza e l'inutilità
stessa del conflitto. Insomma, si litiga per niente. Bella scoperta. Però
è così e come in ogni rapporto d'amore che si rispetti ho litigato
per niente con questa maledetta scatola di uno e di zeri. Per la verità
la colpa è sua: ha smesso di funzionare, ha smesso di servirmi. Ma come?
Prima mi dai tutto poi mi molli così? Una penna non lo avrebbe mai fatto.
O meglio. Si sa che prima o poi l'inchiostro finisce, ma tu computer ti sei presentato
al mondo come essere infallibile, infermabile, insomma... eterno. Invece basta
una parola, FORMAT, per farti crollare. Mi hai mollato? Allora FORMAT! Un po'
come mandarti a quel paese... Sicchè ti ho lasciato. Ho preso un perdiodo
di pausa, giusto il tempo di cambiarti il cervello, farti capire chi comanda,
insegnarti il rispetto, l'educazione. E' una specie di rivincita e il bello è
che lo posso fare veramente, basta scrivere FORMAT e poi INSTALL. Non credo
che funzioni ugualmente con le donne, del resto non ho mai provato e mai proverò
perchè temo che ogni tentativo risulti vano: alle donne manca la tastiera.
Ma il FORMAT, così come l'INSTALL, comporta vantaggi futuri (si spera!)
e svantaggi immediati. Primo fra tutti è scomparso quella specie di foglio
di carta autoscrivente con l'autocorrettore e l'accendisigari di serie: WORD.
La comodità è un lusso, in definitiva è un potere, e come
disse un uomo che di queste cose se ne intende (di potere ovviamente) "logora
chi non ce l'ha". Ora non ho WORD e se il mio tecnico di fiducia non mi sta
mentendo non lo avrò per un po', quindi mi devo accontentare di questa
sottospecie di papiro egizio che fatica anche ad accentarmi le lettere già
accentate. Capite, dunque, il mio dramma. Difficile fare il punto su una giornata
di volley quando ho il cuore spezzato dal dolore, ma soprattutto la vista ormai
persa dietro a questo Arial 10 immodificabile. Aspettate qualche giorno, tutto
tornerà a funzionare come prima. Anche questo è il suo bello. Il
computer non ti dice certo "Amore riproviamo ma sappi che passerà
del tempo prima che tutto torni come una volta". E se anche succedesse...
FORMAT! P.S.: Per la cronaca comunico che è stato assegnato il
Premio "Protesto io che vinci tu" all'attore non protagonista (o secondo
allenatore in una visione più naif) Simone Tassoni. Premio vinto per l'ottima
capacità espressiva emersa sul 23-23 del terzo atto tra Forix Index-Interim
Power. Alla facci di chi dice che Hollywood è ancora la regina. A presto
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