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              Non scherziamo. Per favore.  
              L’altro giorno, sonnecchiando amabilmente avvolto tra le braccia 
              di Eros, mi è capitato di ascoltare la pubblicità 
              dell’imminente Porta a Porta, che goliardicamente presentava 
              il tema della puntata: “E’ stato giusto fucilare Mussolini?”. 
              Ho subito pensato ad una delle grandiose e comiche trovate di Vespa 
              per disorientare i telespettatori. Mi sono detto “Grande Brunone, 
              anche questa volta mi hai fatto ridere”. E invece no: il tema 
              della puntata era proprio quello. Ospiti eccellenti nel salotto 
              oharesco del Brunone nazionale (e sicuramente espertissimi della 
              guerra di Liberazione): il secessionista Maroni (grande difensore 
              dell’unità nazionale e dei valori della Resistenza) 
              e il semprepresente Mastella, assieme ad un oscuro sondaggio che 
              (su un campione di 12-13 intervistati credo) chiedeva agli italiani 
              come avrebbero processato ed eventualmente giustiziato il probo 
              Duce.  
               
              Mi state prendendo per il culo? La domanda si è insinuata 
              nella mia testa…  
              Non scherziamo. Per favore.  
               
              Cos’è questa fetida ventata di revisionismo falso-buonista, 
              sull’onda dell’esecuzione capitale di Saddam Hussein? 
              Esecuzione sulla quale ci sarebbe molto da ridire, è vero, 
              soprattutto sull’ormai frustrante concetto di “esportazione 
              della democrazia” stancamente e ipocritamente sbandierato 
              (sempre meno) dagli Stati Uniti.  
              Ma la storia italiana, con tutto questo che c’entra? Me lo 
              spiegate cosa c’entra Saddam Hussein con Benito Mussolini, 
              la guerra civile italiana del 1945 con la guerra civile e l’invasione 
              dell’Iraq del 2006, il moto spontaneo della stragrande maggioranza 
              degli italiani contro la sentenza di un tribunale eletto non si 
              sa da chi? 
              Non scherziamo. Ancora una volta, per favore!  
               
              Riepilogo per chi non conosce la storia. Mussolini è stato 
              un dittatore sanguinario e repressivo in Italia. Ufficialmente dal 
              1925 al 1945 (per l’Italia del Sud 1943), ufficiosamente dal 
              1920 (data di inizio delle violenze squadriste) e poi, dopo la “proclamazione” 
              a Primo Ministro, dal 1922. Mussolini ha dichiarato guerra a Francia 
              e Inghilterra e trascinato l’Italia nel baratro dell’impossibile 
              Impero Nazista. Mussolini ha ridotto alla fame un intero paese. 
              Ha stilato leggi razziste, ha represso la libertà di stampa 
              e opinione, ha fatto incarcerare e giustiziare i dissidenti. Infine, 
              a causa della politica mussoliniana e regia, in Italia è 
              scoppiata una sanguinosa guerra civile, che è costata al 
              nostro paese due anni di tragedie e migliaia e migliaia di vittime. 
               
              Quindi non scherziamo, per favore.  
               
              Ora, durante questa guerra, anzi, al suo epilogo, coloro che combattevano 
              contro Mussolini, e che la guerra l’hanno vinta, sono riusciti 
              a catturare il dittatore, in fuga verso la Svizzera. Foga, odio, 
              voglia di salire alla ribalta delle cronache, fatto sta che il probo 
              Duce è stato giustiziato, assieme alla supposta innocente 
              amante Claretta Petacci. L’Italia era in guerra, Mussolini 
              la seviziava da vent’anni, chi lo ha giustiziato rappresentava 
              (politicamente) oltre l’80% degli italiani (alle elezioni 
              del ’48 DC 48% e PCI-PSI 35%, tre partiti da sempre anti-fascisti 
              e costretti alla clandestinità nel ventennio).  
               
              Quindi si può condannare il fatto in sé, si può 
              essere contrari alla pena di morte (ma in guerra chi uccide chi 
              e con quale diritto?), ma non si possono ignorare le contingenze. 
              Così è andata, punto. Mussolini è stato giustiziato 
              dalla Storia, prima che dai partigiani. Il suo cadavere è 
              stato ricoperto di sputi in piazzale Loreto, non omaggiato dai suoi 
              seguaci come accaduto (ahimè) a Tikrit.  
              Non scherziamo, per favore.  
               
              Quello che è successo il 29 aprile 1945 è Storia, 
              con la S ben maiuscola. E non è affatto un evento tenebroso 
              o condannabile della storia italiana. È semplicemente l’epilogo 
              violento di una guerra civile. Violento ma prevedibile, scontato, 
              se vogliamo, a suo modo, banale.  
              Non scherziamo.  
               
              Mussolini ha ucciso migliaia, forse milioni di persone senza un 
              processo. Perché avrebbe dovuto essere processato proprio 
              lui? Perché a lui, feroce, brutale e totalmente anti-garantista, 
              questa cortesia? Questo dev’essere il pensiero balenato nell’imminenza 
              della cattura tra le menti partigiane. Rispettiamolo questo pensiero, 
              perché è rispettabile. È facile ragionare a 
              mente fredda e dopo 60 anni. Ma chi di noi, magari avendo avuto 
              un genitore, un fratello, una moglie, un figlio ammazzato dai fascisti, 
              non avrebbe agito alla stessa maniera, in quel momento? Mussolini 
              è stato processato dalla Storia e dai Partigiani. Ed è 
              giusto rispettare questo processo, senza revisioni, senza accuse, 
              senza dubbi.  
              Non scherziamo. Per favore.
             
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